La Quarta Repubblica è iniziata col piede giusto. Nicola Porro l’ha inaugurata ieri sera dallo scranno di prime time offertogli da Rete4, portando in onda un talk show di per sé non rivoluzionario ma senza dubbio scorrevole sin dalle sue prime battute. Dettaglio non trascurabile, questo. Il conduttore, infatti, ha risparmiato al pubblico gli impacci che solitamente caratterizzano i debutti televisivi e – rifacendosi ad uno stile già collaudato a Matrix e prima ancora in Rai – si è lanciato con discreta scioltezza nel dibattito politico.
Nell’iniziale intervista, Porro ha conversato con Maria Elena Boschi tenendo un buon ritmo e riservando alla deputata alcune domande incalzanti sulla perdita di consensi da parte del Pd e sul tema immigrazione. “Quanti lecchini ha perso ora che non è più Ministro?” ha chiesto poi il giornalista, ironizzando anche sul fatto che l’opposizione all’attuale governo fosse rappresentata (unicamente o quasi) da un politico lussemburghese balzato al centro delle cronache per la sua lite con Matteo Salvini.
A Quarta Repubblica, prediligendo forse un sentiero già percorso da altri, hanno ceduto al cliché secondo cui nei talk show non possono mancare i siparietti comici. E così hanno arruolato l’attore Paolo Hendel, intervenuto prima con una sorta di copertina satirica e poi con una gag nei panni di Don Donald Pravettoni, un improbabile sovranista dalle sembianze trumpiane. Discutibile però l’effettiva riuscita dei suddetti intermezzi, che hanno un po’ deluso le aspettative e non hanno graffiato davvero.
Tornando al dibattito, si è rivelata valida la scelta del conduttore di evitare confronti troppo affollati e di prediligere – come fatto a Matrix e pure nella precedente esperienza di Virus – discussioni con pochi interlocutori, portatori di posizioni ben chiare. In questo modo, il programma è riuscito a far digerire al telespettatore anche il blocco sulle pensioni, tema di ampio interesse che proprio per questo richiedeva di essere affrontato con parole semplici. Da segnalare, la presenza in redazione della giornalista Vicsia Portel, scippata a diMartedì.
Pur senza riservare sorprese o stravolgimenti rispetto ai tradizionali canoni dei talk show (anche tra gli ospiti non si sono viste facce particolarmente nuove), Porro è riuscito con abilità a confezionare un approfondimento che archiviasse le arene ‘populiste’ ormai sgradite ai vertici Mediaset e che mantenesse al contempo una certa vitalità narrativa. Su quest’ultimo aspetto, tuttavia, crediamo che il programma abbia ancora del potenziale da sfruttare, se non altro per differenziarsi in ambito informativo anche dallo stesso Matrix.
Dopo l’inizio per molti versi incoraggiante, Quarta Repubblica ha davanti a sé un’intera stagione in cui dovrà marcare la propria identità (sfida che la nuova Rete4, in generale, dovrà pure affrontare) e migliorare alcuni aspetti. Liberandosi, ad esempio, degli applausi in eccesso che hanno caratterizzato la prima puntata e procurato una fastidiosa sensazione al telespettatore.
1. Sanjuro ha scritto:
18 settembre 2018 alle 13:17