L’operazione messa in atto dalla Rai è stata molto furba: prendi un romanzo di Camilleri, prendi Michele Riondino, ambienta il tutto a Vigata e al pubblico sembrerà quasi un delitto non seguire La Mossa del Cavallo. Gli sembrerà di tradire l’adorato commissario Montalbano e rifiutare parte del mondo da cui proviene. Un’operazione anche un po’ ruffiana, che ha permesso all’azienda pubblica e a Palomar di “sfruttare” in modo nuovo l’universo del Salvo nazionale e magari aprire un altro corso seriale. Il tutto, va ammesso, sarebbe stato solo una grandissima camurrìa, se La Mossa del Cavallo non si fosse rivelato un film piacevole ed interessante, vecchio e nuovo allo stesso tempo.
La Mossa del Cavallo: un racconto audace e piacevole
Forse non era quello che il pubblico si aspettava, ma i sapori di Montalbano ci sono stati tutti, anche se nascosti tra le righe. Ci sono stati il protagonista un po’ burbero e appassionato di cucina, gli amici con cui indagare mangiando, la sua grande onestà intellettuale, la sua nuotata in mare aperto, la Genova di Livia, il dialetto siciliano protagonista e c’è stato un giallo lento, strano, fatto di omertà, non detto ed intuizioni.
Ci sono stati tanti elementi noti ma non è mancato il tentativo moderno di raccontare la storia in modo intrigante, di realizzare un’opera in costume lontana da quelle didascaliche e “puriste”. Con un cast fatto quasi interamente di volti sconosciuti ed un solo punto di riferimento, Michele Riondino, il giovane Montalbano diventato qui un ispettore dei mulini che, pur dovendosi occupare di procedure ed ispezioni, è rimasto coinvolto in un delitto che ha cercato di risolvere senza che nessuno lo potesse o volesse ascoltare.
Ma, soprattutto, c’è stato Andrea Camilleri, che è uno dei più grandi scrittori italiani, un artista capace di cose che a pochi altri riescono. Lui e le sue storie possono mostrare all’inizio di un prime time di Rai 1 efferati delitti e preti lascivi sedotti da fanciulle senza scrupoli, con tanto di scena in cui l’uomo, in abito talare, le offre una banana che lei mangia in modo sinuoso. Camilleri può svelare nella presentazione dettagli che altrove sarebbero considerati solo grossi ed inutili spoiler. Lui può tutto: potrebbe scrivere gialli, romanzi storici, romanzi d’amore e magari di fantascienza, e i piani alti gli darebbero credito a prescindere. Ma come dargli torto.
1. Travis ha scritto:
27 febbraio 2018 alle 11:15