“Il battito del mio cuore è un po’ accelerato. Ho deciso di mostrarvi l’altro aspetto della mia narrativa. La Mossa del Cavallo l’ho trasportato dalle parti di Vigata e Montelusa, narra di autentici fatti ri-raccontati a modo mio. Siccome è il primo dei miei romanzi storici che viene fatto in televisione, confesso di essere emozionato. Mi auguro di tutto cuore che vi piacerà“. Questo è quello che Andrea Camilleri sta ripetendo da settimane al pubblico televisivo negli spot de La Mossa del Cavallo – C’era una volta Vigata, film tv prodotto da Palomar e Rai Fiction che andrà in onda questa sera su Rai 1.
La Mossa del Cavallo – C’era una volta Vigata: questa sera su Rai 1
Un film storico ma anche una sorta di western ambientato nella Sicilia post-risorgimentale, quella di banditi e malfattori senza regole, nonchè un giallo sui generis, dai toni tanto grotteschi quanto di denuncia, che metterà in scena temi ancora attualissimi come la connivenza dei potenti e la frattura tra Nord e Sud. Protagonista del racconto l’ispettore Bovara, che avrà il volto di Michele Riondino, ovvero Il Giovane Montalbano: la famiglia del Commissario Montalbano, insomma, si riforma ed occupa il posto in palinsesto da lui lasciato vacante dopo due settimane di prime tv.
Il romanzo omonimo da cui è tratto il film, edito da Sellerio, è stato pubblicato nel 1999. Il film tv, per la regia di Gianluca Maria Tavarelli, è stato scritto da Camilleri con Francesco Bruni e Leonardo Marini ed annovera nel cast tra gli altri anche Ester Pantano, Cocò Gulotta, Antonio Pandolfo, Giovanni Carta, Giancarlo Ratti. A seguire la trama.
La Mossa del Cavallo – C’era una volta Vigata: la trama
Montelusa 1877. Il quarantenne Giovanni Bovara (Michele Riondino) è il nuovo ispettore capo ai mulini, incaricato di far rispettare l’invisa tassa sul macinato. Siciliano di nascita, è ormai ligure di adozione poiché da bambino si è trasferito con la sua famiglia a Genova. Ragiona e parla come un uomo del nord Italia e non comprende le dinamiche mafiose e omertose che regolano la terra siciliana. La sua intransigenza gli procura subito diversi nemici. Le sue indagini lo portano a scoprire prima un ingegnoso sistema con il quale i mugnai vengono lasciati liberi di evadere la tassa sul macinato e poi l’esistenza di un mulino clandestino nel terreno dell’uomo più potente della città. A poco a poco le spire del “sistema” gli si stringono intorno e quando sopraggiunge per caso sul luogo dell’omicidio del parroco della città, Bovara si ritrova suo malgrado invischiato in qualcosa molto più grande di lui. In un complicato sistema di depistaggi e giochi di potere, i suoi avversari cercheranno di eliminarlo e sarà solo entrando nella mentalità dei suoi aguzzini e ricorrendo alle loro stesse strategie che Bovara riuscirà a salvare la propria vita.
1. sefirot 2 ha scritto:
27 febbraio 2018 alle 09:50