29
settembre

Nemo: racconto inclusivo, linguaggio grintoso. Lucci ritrova uno squisito cinismo

Enrico Lucci, Nemo

Nessuno escluso. Il sottotitolo di Nemo è stato preso alla lettera. Il programma di Rai2 è tornato ieri in tv rinnovando la propria vocazione ad includere voci, immagini ed esperienze (preferibilmente opposte): in due ore di trasmissione si sono infatti susseguiti i racconti surreali di Enrico Lucci ed i drammatici reportage dalle zone di guerra. I trafficanti d’uomini e le feste al Twiga, uniti da una dissonanza voluta e necessaria. Alto e basso.

L’altalena di emozioni e di storie porta il telespettatore su e giù, creando l’interesse per un programma che – dopo il debutto incerto dello scorso anno – ha progressivamente raddrizzato il tiro ed oggi sembra aver trovato una propria stabilità. A tale esito, la trasmissione guidata da Enrico Lucci e Valentina Petrini ci è arrivata per sottrazione: togliendo orpelli e ed eccessi giovanilistici, soprattutto alla parte in studio.

Gli stessi conduttori, ad esempio, hanno gestito autonomamente alcune porzioni di ‘talk’ e sono rari i momenti in cui sono apparsi in scena assieme, quasi a non voler creare inutili sovrapposizioni. Una scelta avveduta, che peraltro ha dato a Lucci la possibilità di esprimere al meglio il proprio squisito cinismo anche nella conduzione. Divertente il confronto in studio con Lele Mora, salito sul palco per ricordare la sua esperienza di vita nel lusso. “La galera non ti ha insegnato niente!” gli fa ad un tratto l’ex Iena, quest’anno apparsa più a suo agio e quindi capace di stuzzicare i suoi interlocutori con particolare ed imprevedibile efficacia. Lo si è visto anche nel botta e risposta con Gerardo Greco, col quale Enrico ha scherzato: “Io so che tu fai l’amore guardando le notizie dell’Ansa“.

Stavolta il pubblico in studio è stato più disciplinato e gli ospiti-commentatori (ieri sera è toccato appunto a  Gerardo Greco con Cristiana Capotondi) hanno evitato eccessi di parole. Ci auguriamo che tale scelta si ripeta anche nel prosieguo della stagione. Del resto, il vero valore aggiunto del programma – ciò per cui vale la pena darvi un occhio – sono i contenuti video realizzati dai giovani inviati, uniti alle brevi testimonianze portate in studio a margine di ogni servizio.

A proposito di contenuti: oltre al già citato servizio sull’Isis nelle Filippine realizzato da Marco Maisano (new entry ed ottimo acquisto di Nemo), segnaliamo la storia di Baba Pace, il “santone de Roma” che sembra uscito da un film di Verdone. Curioso anche il documento sui donatori di seme clandestini, anticipato da un quiz-vox populi sulla fecondazione (Dove nascono i bambini? “Dalla f*ga della mamma“, risponde un intervistato). Linguaggi ed argomenti che hanno composto un racconto d’attualità grintoso rispetto agli abituali toni da prime time del servizio pubblico.

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2 Commenti dei lettori »

1. ciak ha scritto:

29 settembre 2017 alle 13:39

a mio avviso è un buon programma
e degli ascolti… chi si interessa…



2. nas ha scritto:

29 settembre 2017 alle 13:59

3% per una prima serata rai è inaccettabile, non capisco come gli sia venuto in mente di fare una seconda edizione



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