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luglio

Canali Tv: in Italia sono 361. Negli ultimi anni l’ascesa del digitale e un lieve calo negli spettatori

Consumi Tv Radio internet

Consumi Tv Radio internet

Quanti canali tv abbiamo in Italia e qual è la loro distribuzione fra le diverse piattaforme? Quali sono gli editori a cui fanno capo? E ancora, di quali mass media facciamo maggiormente uso nella vita di tutti i giorni? Rispondendo a tali domande, e non soltanto, l’associazione Confindustria Radio Tv ha delineato un interessante ritratto dei nostri principali mezzi di comunicazione. Ecco cosa è emerso.

L’insieme dei canali Tv nazionali e la loro suddivisione

Innanzitutto uno sguardo ai dati numerici. Stando all’analisi in oggetto, i canali tv nazionali sono in totale 361, spalmati sulle principali piattaforme e facenti capo ad un insieme di 59 editori, con sede in Italia. Di questi, 130 canali fanno parte del digitale, a fronte dei restanti 291, che sono invece distribuiti sul satellite (free e pay). I servizi a pagamento risultano essere di gran lunga maggiori rispetto a quelli gratuiti: 235 contro 126. La maggior parte di essi, inoltre, sono ospitati dal satellite (205, contro i restanti 30 canali a pagamento presenti sul digitale). Il DTT accoglie, invece, più dei due terzi dei network gratuiti (96 su 126).

I canali in HD, senza considerare le sovrapposizioni fra le varie piattaforme, sono in tutto 104 e corrispondono al 28% del totale. Di questi, 93 si trovano sul satellite, e soltanto 27 (divisi fra dtt e TivùSat) sono accessibili gratuitamente.

La classifica degli editori italiani

Al primo posto nella classifica degli editori con il maggior numero di canali c’è Sky Italia (116); seguono Mediaset (39), Rai (26), Fox International Channels Italy (24) e Discovery (con un totale di 21 canali). Senza considerare la Rai, che possiede solo canali free to air, e Fox, che al contrario presenta un ventaglio di network tutti a pagamento, l’offerta degli altri editori oscilla fra servizi free e pay.

L’importanza del digitale

Fra le piattaforme, il ruolo da protagonista, se si guarda all’audience e all’insieme delle risorse pubblicitarie che esso è in grado di attrarre, lo gioca senza dubbio il digitale. Oltre ad avere in Europa il primato per quanto riguarda il numero e la varietà dell’offerta gratuita, il DTT italiano è anche l’unico del vecchio continente a poter contare su di un bouquet pay di oltre 30 servizi e una platea composta da circa due milioni di persone, fra abbonati e utenti attivi.

Numeri indubbiamente considerevoli che ben si sposano, per altro, con la constatazione di un aumento di interesse nei confronti del DTT gratuito, riscontratosi negli ultimi due anni, da parte di soggetti già operanti sul mercato italiano, specie nel versante a pagamento.

“Ben presidiato” risulta inoltre essere il mercato dei servizi di video on demand (Vod), tanto in ambito gratuito quanto a pagamento, con l’arrivo di player internazionali come Amazon Prime e Netflix.

La panoramica sui consumi

Sul fronte consumi, il piccolo schermo si conferma al vertice della graduatoria dei mass media, seguito da radio e internet. Ciononostante nel 2016 si è registrato un calo dello 0.9%, con un numero totale di spettatori medi giornalieri pari a circa 45.5 milioni. Il consumo pro capite calcolato si aggira intorno alle 5 ore e 18 minuti. Negli ultimi cinque anni la quantità media di spettatori ha subito una diminuzione del 4.6%, sebbene si sia verificato un leggero aumento della permanenza (di circa 7 minuti).

Sono invece in rialzo i consumi di radio e internet. La prima, nel 2016, ha potuto avvalersi di una media di 35.5 milioni di ascoltatori nel giorno medio, con un tempo medio speso all’ascolto di 3 ore e 22 minuti (+1.5%). Per quanto riguarda il web, sono stati 22 milioni gli utenti che lo scorso anno ne hanno usufruito almeno una volta al giorno, con una crescita calcolata intorno all’+1,7%.



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