Nostalgia canaglia: a volte speri addirittura che torni, che appaia di nuovo al Tg1 per declamare un editorialone dei suoi. Sì, perché Augusto Minzolini ha una caratteristica, quella di essere un detonatore umano. Infatti gli basta aprire bocca per far esplodere la polemica, per riaccendere il confronto su questioni che meritano d’essere dibattute. Oggi, ad esempio, l’ex direttorissimo ha detto la sua in un’intervista rilasciata al Corriere e lo ha fatto a tutto campo, parlando di Rai, politica e Tg1, con tanto di bordate annesse.
Il giornalista, in particolare, ha commentato il voto della Commissione di Vigilanza che ieri ha ratificato l’elezione di Anna Maria Tarantola a Presidente Rai. A suo parere, il risultato della consultazione è stato scontato perché, di fatto, non sono stati assegnati poteri eccezionali al nuovo vertice aziendale.
“Finché l’editore di riferimento della Rai è il Parlamento, e in Parlamento ci sono i partiti, non puoi pensare di cambiare la scena più di tanto”
ha detto Minzolini, il quale ha poi punzecchiato Bersani, che aveva criticato il Pdl per le sue visite a Palazzo Chigi prima del voto della Vigilanza. “Ormai sulla Rai ci si muove tra ipocrisia e dosi di demagogia” ha accusato il giornalista. Poi, una stoccata al centrosinistra sul suo potere d’influenza sulle nomine. Come dire: guardate che in Rai così fan tutti.
Il Minzo, in particolare, ha ricordato che sui direttori del Tg3 “c’è sempre stato l’assenso del segretario di turno del Pci, del Pds, dei Ds, del Pd… E allora di cosa si stupisce Bersani?“. L’ex direttorissimo ha poi ammesso che pure quelli del Pdl fanno altrettanto, ma “sono un po’ goffi“. Il giornalista ha raccontato che, anni fa, pizzicò Fabrizio Del Noce scambiarsi con Berlusconi un bigliettino pieno di nomi.
Poi, il capitolo processi e Tg1. Sulla vicenda della carta di credito aziendale, il giornalista ha precisato di aver già restituito 68mila euro e di essere in attesa della sentenza di primo grado. Se verrà assolto, l’ex direttore tornerà al suo precedente incarico.
“Lo impone la legge (…) se vengo assolto posso tornare lì, al Tg1, bussare e andare a sedermi alla mia scrivania“
In questi giorni di eccellenti ed (in)aspettati ritorni, la prospettiva del reintegro inizia ad inquietare qualcuno, soprattutto ai piani alti di Viale Mazzini.
1. Pippo76 ha scritto:
13 luglio 2012 alle 12:06