All’inizio della sua governance aveva annunciato di voler abbattere i costi generali di La7, che ammontavano a circa 24milioni di euro, e si era scagliato contro quei 500mila euro spesi in taxi prima del suo arrivo. Decisamente troppi. A ben vedere, la riforma di Urbano Cairo è iniziata da lì. Da quel momento, infatti, l’operato dell’editore si è mosso su due piani: quello della razionalizzazione economica (qui, tutti gli sprechi di La7) e quello della sperimentazione televisiva, con un significativo intervento sul palinsesto della rete.
“Abbiamo ridotto gli investimenti che producevano pochi ascolti e abbiamo cambiato il palinsesto in quelle parti in cui i programmi funzionavano meno pur avendo costi significativi. E i risultati di ottobre ci danno ancora in crescita“
ha affermato Cairo in un’intervista al Corriere. Dichiarazione entusiastica, che in realtà deve fare i conti anche con percentuali Auditel non sempre soddisfacenti. Si pensi, ad esempio, a Miss Italia o agli ascolti ballerini di nuovi programmi come Linea Gialla e La Gabbia, attestatisi spesso sotto la media di rete. A tal proposito, il manager ha commentato:
Urbano Cairo sugli ascolti di La7: abbiamo un incremento
“Il risultato in valore assoluto non è ancora quello che vorremmo, malgrado questo abbiamo un incremento di ascolto importante: Sottile più 20% al martedì, Paragone più 15% al mercoledì“.
Secondo Cairo, questi dati sarebbero la dimostrazione che sia possibile effettuare forti investimenti in una stagione di attenzione ai conti. “L’azienda perdeva 96milioni l’anno” ha spiegato l’editore, vantandosi di essere riuscito a “metter sotto controllo i costi al contempo mantenere i programmi di qualità: Santoro, Gruber, Mentana, Formigli, Crozza“.
Urbano Cairo su Maurizio Crozza a La7
E proprio su Maurizio Crozza, rimasto a La7 dopo il mancato passaggio a Rai1, Cairo ha dato la sua versione dei fatti.
“In realtà avevo già cominciato a parlare con il manager di Crozza molto prima degli attacchi di Brunetta. Eravamo praticamente arrivati a un accordo due settimane prima che la situazione diventasse pubblica. Sarebbe andata comunque così“
ha detto il manager di La7. A sentire il DG Rai Gubitosi (ma anche Crozza, fattosi indietro), l’accordo saltò proprio per le polemiche sui compensi. Punti di vista.
1. Alessandro ha scritto:
8 novembre 2013 alle 11:53