18
luglio

LA7, TUTTI GLI SPRECHI: DAI 500 MILA EURO DI TAXI AGLI 11 MLN DI EURO PER PARODI LIVE

Urbano Cairo, La7

Urbano Cairo mica è mago Merlino, e per certi versi meglio così. Alcune operazioni, infatti, più che la bacchetta magica richiedono un uso energico della ramazza. Come a La7: da quando l’editore ha acquistato l’emittente, uno dei suoi obiettivi prioritari è quello di alleggerire i costi generali che – come egli stesso ha dichiarato presentando i palinsesti 2013-2014 – ammontavano a circa 24 milioni di euro. Un obiettivo ambizioso, il suo, da raggiungere con dei tagli mirati ed una riduzione degli sprechi. Qualcosa in tal senso si è già mosso (nella prossima stagione, ad esempio ci saranno dei grandi assenti in palinsesto), ma il futuro riserverà nuove sorprese.

Per il momento, Cairo non è entrato nei dettagli dell’intervento ma le sue prime mosse pare siano iniziate da un’osservazione delle criticità e degli sprechi passati, che di certo hanno avuto un peso sulle finanze della rete. Nella programmazione della rete, infatti, non ci saranno più né Cristina Parodi Live (e Cover) né G’Day – fatti fuori in extremis già dalla precedente gestione -, che secondo Milano Finanza costavano rispettivamente 11,7 milioni di euro e 10,9 milioni di euro, con ascolti poco esaltanti. Non riconfermato da Cairo, invece, I Menù di Benedetta, dai costi più abbordabili ma pur sempre non proporzionali allo share raggiunto. Rimarrà invece in palinsesto lo show comico di Maurizio Crozza, che nel 2012 sarebbe costato circa 14,3 milioni di euro per 30 puntate (ma con ascolti buoni). Sembra invece del tutto esclusa la messa in onda di serate evento nello stile di Quello che (non) ho.

Per celebrare la loro liturgia televisiva su La7, infatti, pare che Fabio Fazio e Roberto Saviano avessero incassato rispettivamente quasi 500 e 300mila euro. Non male. Secondo Il Giornale, inoltre, il costo complessivo dell’evento fu di circa 2,7 milioni di euro e gli incassi pubblicitari – di cui si occupava proprio il Gruppo Cairo – ammontarono a 1,9 milioni. A quel tempo, però, l’editore non poteva intervenire sui palinsesti mentre oggi sì… E allora, stop anche alla produzione di format dal dubbio successo come si rivelarono quelli di Serena Dandini, Sabina Guzzanti e Camila Raznovich. Addio anche a Gianfranco Vissani e Michela Rocco di Torrepadula, in giro per l’Italia con Ti ci porto io. Tutte novità, queste, introdotte dal direttore di rete Paolo Ruffini, che non ottennero gli effetti sperati in termini di ascolti.

Qualche passo falso, per la verità, fu commesso anche dall’ex AD di TiMedia Giovanni Stella, che un anno fa si assunse la responsabilità delle perdite raddoppiate a 35 milioni di euro e degli ascolti in calo al 3,5% medio giornaliero. “Non ci azzecco sempre” ammise. Ora Urbano Cairo intende cambiare registro, mettendo innanzitutto mano al rubinetto delle spese non controllate. Lo stesso editore, ad esempio, si è stupito per la spesa dei taxi nel 2012, ammontata a 500mila euro. Mica bruscolini.

Probabilmente la riduzione metterà in crisi il settore dei taxi a Roma, ma credo che noi invece ne beneficeremo” ha ironizzato Cairo. Il ‘tassametro’, adesso, lo controlla lui.

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7 Commenti dei lettori »

1. Saro Zappalà ha scritto:

18 luglio 2013 alle 15:55

LA7 è poco più di una rete locale ma spende come se fosse un’ammiraglia. Bah!!
Cmq spero che Cairo investa anche su qualche produzione dall’estero (magari potrebbe trasmettere qualche telenovelas) o doppiare quelle che trasmette su Vero Lady.



2. Mattia Buonocore ha scritto:

18 luglio 2013 alle 16:02

@saro Vero Lady non è di Cairo ma di Guido Veneziani



3. nas ha scritto:

18 luglio 2013 alle 18:31

quelle ciofeche di programmi con Parodi e Cucciari costavano 10 milioni??? ma una bella visita da parte della GdF no??



4. pollon87 ha scritto:

18 luglio 2013 alle 21:59

x 1. Saro Zappalà
Le produzioni all’estero e le telenovelas non c’entrano nulla con il pubblico maschile acculturato e di età elevata: se ha fallito la cucina di Benedetta Parodi, figurati le telenovelas da te citate! Ergo, servono i talk politici (già ben presenti tra mattino, access e prima serata) e i telefilm polizieschi (ben presenti al pomeriggio e in tutto il weekend).

x 2. Mattia Buonocore
Non ho mai capito perchè molta gente pensa che Vero TV sia di Cairo… non capisco: bah! Forse perchè anche Guido Veneziani aveva manifestato interesse per La7 poco prima della vendita?

x 3. nas
Semplicemente i programmi che fanno FLOP con la diretta, un sacco di autori, conduttori super stipendiati… beh, si fa presto a bombardare di costi l’azienda!



5. Andrea ha scritto:

18 luglio 2013 alle 22:24

G’day costava 10,9 milioni di euro. Ok, ma in totale? A puntata? A stagione? Al minuto?
Queste cifre un po’ a pera non sono molto indicative…

In ogni caso parliamo di programmi che facevano ascolti bassi, sì, ma in linea con una rete che, non si sa perché, tutti si aspettano che faccia improvvisamente gli stessi ascolti di Rai1…

Da come parla il sig. Cairo pare che la7 per i prossimi anni sarà esclusivamente guidata dalla pubblicità. Andiamo bene…



6. IL MIO REALITY ha scritto:

19 luglio 2013 alle 11:15

@SARO ZAPPALA’:

ci vuole coraggio a definire La7 una rete poco più che locale: il 4,2% di share medio che la rete ha raggiunto non si discosta molto dal 5% di Rete4. Sono certo che nessun canale locale o regionale ha mai raggiunto queste share.

Giusto per rinfrescare la memoria: Crozza fa il 13%, così come Santoro. Senza considerare il Tg La7 delle 20,00 ormai un’istituzione, Otto e mezzo della Gruber che allo stesso orario raccoglie un pubblico più numeroso e pregiato di Rete 4, Italia 1, e spesso di Rai3, la Bignardi con le sue invasioni etc.
Il prime time di La7 è mediamente sopra il 5%.

Insomma, un tantino “ingiusto” avere una visione così riduttiva nei confronti del canale di Cairo.

Inoltre, al di là della fesseria di associare La7 di Cairo a Vero Capri di Veneziani, sperare nell’acquisto di telenovele (!!!) per rinfoltire il palinsesto di La7 è come mangiare cavoli a merenda.

La7 è una rete che ha tra i suoi punti di forza il fatto di essere sempre più profilata su un pubblico più maschile, adulto e socioeconomicamente benestante (tutto il contrario del target a cui sono rivolte le telenovele sudamericane).

E’ vero che a mio avviso potrebbe osare su produzioni un po’ più di intrattenimento come dei factual maschili (tipo alcune mirate produzioni Discovery di DMAX), ma la rete resta centrata sul flusso di eventi, sull’attualità e magari anche sulla cronaca. La fiction deve essere solo di un certo tipo e qualità.



7. pollon87 ha scritto:

19 luglio 2013 alle 14:46

x 5. Andrea
Cairo non ha i soldi da buttare che invece il colosso Telecom Italia aveva… quindi se Formigli, Lerner, Paragone, Sottile, Crozza, Santoro, Gruber e altri faranno buoni ascolti (e quindi buoni incassi pubblicitari), tutto andrà bene: se invece flopperanno, faranno la fine delle sorelle Parodi (e infatti Lerner si è dimesso da solo).

G’day costava 10,9 milioni di euro ad edizione intera (credo) e se i ricavi pubblicitari erano inferiori a quella cifra… il programma andava eliminato e giustamente Telecom lo ha fatto: già bisognava cancellarlo a maggio 2012, ma il crollo di Insinna nel preserale di Canale5 aveva fatto salire Geppy dal 2% al 4% e quindi La7 si fece abbagliare da un fattore esterno (infatti a settembre Bonolis, ben più amato di Insinna, ha distrutto Geppy).



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