Urbano Cairo mica è mago Merlino, e per certi versi meglio così. Alcune operazioni, infatti, più che la bacchetta magica richiedono un uso energico della ramazza. Come a La7: da quando l’editore ha acquistato l’emittente, uno dei suoi obiettivi prioritari è quello di alleggerire i costi generali che – come egli stesso ha dichiarato presentando i palinsesti 2013-2014 – ammontavano a circa 24 milioni di euro. Un obiettivo ambizioso, il suo, da raggiungere con dei tagli mirati ed una riduzione degli sprechi. Qualcosa in tal senso si è già mosso (nella prossima stagione, ad esempio ci saranno dei grandi assenti in palinsesto), ma il futuro riserverà nuove sorprese.
Per il momento, Cairo non è entrato nei dettagli dell’intervento ma le sue prime mosse pare siano iniziate da un’osservazione delle criticità e degli sprechi passati, che di certo hanno avuto un peso sulle finanze della rete. Nella programmazione della rete, infatti, non ci saranno più né Cristina Parodi Live (e Cover) né G’Day – fatti fuori in extremis già dalla precedente gestione -, che secondo Milano Finanza costavano rispettivamente 11,7 milioni di euro e 10,9 milioni di euro, con ascolti poco esaltanti. Non riconfermato da Cairo, invece, I Menù di Benedetta, dai costi più abbordabili ma pur sempre non proporzionali allo share raggiunto. Rimarrà invece in palinsesto lo show comico di Maurizio Crozza, che nel 2012 sarebbe costato circa 14,3 milioni di euro per 30 puntate (ma con ascolti buoni). Sembra invece del tutto esclusa la messa in onda di serate evento nello stile di Quello che (non) ho.
Per celebrare la loro liturgia televisiva su La7, infatti, pare che Fabio Fazio e Roberto Saviano avessero incassato rispettivamente quasi 500 e 300mila euro. Non male. Secondo Il Giornale, inoltre, il costo complessivo dell’evento fu di circa 2,7 milioni di euro e gli incassi pubblicitari – di cui si occupava proprio il Gruppo Cairo – ammontarono a 1,9 milioni. A quel tempo, però, l’editore non poteva intervenire sui palinsesti mentre oggi sì… E allora, stop anche alla produzione di format dal dubbio successo come si rivelarono quelli di Serena Dandini, Sabina Guzzanti e Camila Raznovich. Addio anche a Gianfranco Vissani e Michela Rocco di Torrepadula, in giro per l’Italia con Ti ci porto io. Tutte novità, queste, introdotte dal direttore di rete Paolo Ruffini, che non ottennero gli effetti sperati in termini di ascolti.
Qualche passo falso, per la verità, fu commesso anche dall’ex AD di TiMedia Giovanni Stella, che un anno fa si assunse la responsabilità delle perdite raddoppiate a 35 milioni di euro e degli ascolti in calo al 3,5% medio giornaliero. “Non ci azzecco sempre” ammise. Ora Urbano Cairo intende cambiare registro, mettendo innanzitutto mano al rubinetto delle spese non controllate. Lo stesso editore, ad esempio, si è stupito per la spesa dei taxi nel 2012, ammontata a 500mila euro. Mica bruscolini.
“Probabilmente la riduzione metterà in crisi il settore dei taxi a Roma, ma credo che noi invece ne beneficeremo” ha ironizzato Cairo. Il ‘tassametro’, adesso, lo controlla lui.
1. Saro Zappalà ha scritto:
18 luglio 2013 alle 15:55