Quando ho deciso di scrivere questo pezzo, mi sono detto: “sarà il massacro”. Difficile, infatti, che il pubblico del web, giovane attivo ipercritico e decisamente figo, possa concordare con una critica positiva ad un programma che, ormai, sembra ontologicamente distante anni luce dai telespettatori anagraficamente più freschi. Che alla fine è lo stesso motivo per il quale non guardavo da tempo Affari Tuoi.
Capita, poi, di imbattermi in una persona giovane, che stimo, e che, pur non guardando molta tv, alle 20.45 in punto è sintonizzata su Rai 1 per guardarsi l’access prime time della prima rete pubblica. E non volete che una cosa del genere scateni in uno che si nutre di pane e tv profonda curiosità?! Ho, quindi, iniziato a dare un’occhiata ai ‘pacchi’ di Max Giusti. Cosa che non accadeva da tempo immemore, probabilmente per l’alternanza dei conduttori dell’era post-Bonolis che non mi ha mai convinto (e continua a non entusiasmarmi!). E mi sono dovuto ricredere. Non sui conduttori, ma sul format.
Un pullulare di piccole modifiche, succedutesi nel tempo, ha creato nel programma una perfetta atmosfera tensiva che riesce a perdurare per tutta la durata dello show, tenendo incollati al video i telespettatori. E così tra pacchi X e Y, Pacco Matto, raddoppi, dimezzamenti e arrivederci, unitamente ai modi di ’scartamento’ delle danarose scatole, si è ridata vita ad un formato che sembrava morto e sepolto.
Ecco perchè Affari Tuoi è riuscito, piano piano, a recuperare punti su una ormai insipida Striscia la Notizia che, guarda caso, non perde occasione per attaccare il competitor parlando nei suoi comunicati stampa di ‘fortunata casualità’, insinuando il dubbio che ci sia qualcosa di poco limpido. Ma, si sa, l’attacco è la miglior difesa. Soprattutto quando un format torna a dare segni di vitalità come l’attuale access di Rai 1.
1. MisterGrr ha scritto:
11 gennaio 2013 alle 18:51