In principio fu il divin trombista a scompaginare quell’ultima barriera degli eccessi nel mondo dello spettacolo. Ma siccome il caro Fernando Vitale faceva fisiologicamente incetta di donne che volessero prendersi una nuova miscela di caffè (l’hard!) con lui ci meravigliammo tutti abbastanza poco, dato che era persino riuscito a far calare i veli del ‘dovuto pudore’ anche alle esterne pomeridiane di Uomini e donne.
Poi, passati gli anni ed entrati in crisi contemporaneamente, quasi osmoticamente diremmo, sia la reality tv che il mondo del porno a pagamento, causa sovraffollamento di materiale in rete fruibile ‘a manetta’ (il doppio senso è puramente… voluto!), abbiamo cominciato a veder proliferare la deriva del porno trash. Come a dire che visto il periodo in cui anche tutte le tipologie di vacche sono magre almeno l’importante è che se ne parli, non importa l’effetto di paradosso che si scatena tra risata e piacere.
Nando Colelli diventa solo l’ultimo dei genuini concorrenti della fase (chiusa?) da gioco della realtà, a (s)vestire i panni dell’eros. O almeno, ci prova. Difficile non associarlo alle sue ultime uscite abbastanza imbarazzanti in sella e in coda a quel destriero dal doppio galoppo chiamato Grande Fratello. Dopo il tradimento ai danni della povera Zanatta la parabola discendente del ragazzo di periferia, sapientemente sviscerato da Le Iene, lo ha portato a tentare l’ultima carta: il film porno.Il titolo dell’opera prima del Colelli rasenta già il capolavoro, fosse solo per l’eloquenza con cui si dichiara mestamente la trama dell’artefatto. Una copertina, alla faccia della teoria delle soglie testuali, su cui campeggia in belle lettere La bella e il porcone, presumibile parodia della leggendaria favola che ha fatto sognare milioni di bambini, e che adesso mira invece al mondo degli adulti: chissà se per strappare un sorriso o il piacere dell’hard.
E dire che i terribili boys di Davide Parenti avevano già patrocinato l’avventura di Nando tra i set a luci rosse. All’epoca non andò come si sperava, complice forse l’emozione della prima volta e la pressione di avere alle calcagne iene dai denti affilati come Filippo Roma, che, stando alle testimonianze di qualche onorevole, di simpatico ha davvero poco quando si occupa delle sue inchieste.
Interessante epifania del nuovo marketing del porno che annovera nomi illustri a cui il tubo catodico regala in scia l’emozione di mostrarsi all’apice dell’intimità: Davide Di Porto e il secchione Tassinari, gli altri mirabili epigoni di questa nuova tendenza.
1. analu ha scritto:
22 novembre 2012 alle 01:16