In principio era Real Time con la sua linea di programmi funzionali, pragmatici e divertenti per diventare belli senza troppi sforzi, avere una casa da far invidia alle vicine spocchiose, cucinare con stile. Adesso basta fare un po’ di zapping nella macedonia catodica digitale, scorrendo -oltre al sopracitato- anche solo canali come Cielo e La 5, per avere ad un certo punto un dubbio: non è che si sta già un po’ esagerando con questo nuovo filone?
Abiti da sposa che fanno emozionare famiglie intere con annesse signore e signorine di ogni foggia e nazionalità, guardaroba improponibili riconvertiti alla decenza del buon gusto, wedding planning a tutto spiano per permettere agli sposi di presentarsi all’altare con la lingerie giusta, l’alito fresco, l’altezza giusta del tacco della scarpa, la posa più fotogenica all’uscita della Chiesa, la giusta qualità di riso per il tradizionale lancio augurale (come se scegliendo quello per timballo o per insalata di riso cambi poi così tanto), quale nuance di bianco, beige, avorio, panna si debba scegliere in relazione alla ‘fedina’ della sposa.
Intorno a questioni come quella relativa a quale colore sia più di moda tra l’indaco o il cremisi si possono passare interi pomeriggi o accapigliare zie, cugine e suocere. Passi pure l’alibi che per la maggior parte delle donne e delle mamme quelle delle nozze è ancora il giorno più bello della vita (contro un filone minoritario che invece ricorda con più gioia e commozione la proclamazione di laurea, ad esempio) ma pensare ad un bombardamento coatto e costante di estetica del buon gusto in pillole pone qualche interrogativo, soprattutto sulla durata di questa particolare forma di lezioni frontali di ‘classe’.
Questa unione, tipicamente americana, tra utile e dilettevole, questa sorta di bricolage della propria immagine e dei grandi eventi, ora che la digitalizzazione ha raggiunto capillarmente tutta la nazione, sottrarrà un’altra grande fetta di pubblico all’infotainment dirittondalo, almeno per qualche mese, su questa vanity tv? Oppure gli abitanti dello Stivale sono così diversi dai telespettatori americani che la reazione sarà in media più tiepida e il successo più effimero? Siamo in grado di piangere di gioia per un buon accoppiamento di reggicalze e guanti: questo è il problema.
Come si collocheranno le frange più tradizionaliste, gli anziani che fanno fatica a scalare la nuova programmazione espansa? Le storiche ammiraglie faranno ancora breccia sulle nonnine o anche i più canuti si lasceranno sedurre dall’originale che avanza, nei suoi mille volti? Sarà un autunno caldo anche per la tv generalista tradizionale?
La formula che infiniti altri mondi sembra aprire reggerà al grande salto generalista (tutta da vedere è la sperimentazione di Extreme Makeover su Canale 5, così come l’idea per un programma sulla cucina, l’ennesimo, che in questi giorni sta stuzzicando Antonella Clerici) o, passato l’entusiasmo iniziale, si correrà presto il rischio della saturazione tra padelle che scoppiano, saltano, tremano, ballano, volano e sognano e arredamenti che nascono, crescono, si stringono, si allargano, si riproducono e si autodistruggono?
La luna di miele degli italiani con l’arsenico dei commenti dei severissimi personal trainer e i ‘vecchi merletti’ degli esigentissimi look maker reggerà all’urto portando con sé le risposte ai millenari bisogni delle donne o sarà un fuoco fatuo direttamente proporzionale alla durata delle mode, nucleo tematico centrale di tutto questo filone?
1. lele ha scritto:
10 agosto 2012 alle 11:39