“Essiamonoi essiamonoi il paradiso ssiamonoi”. Con 9 milioni e 700mila ascoltatori a seguirlo in tv, ora Fabio Fazio potrebbe anche lasciarsi andare a un gesto di esultanza, magari intonando quel refrain dal sapore autocelebrativo coniato a Zelig. Via la tonaca da fraticello scaltro e basta con quell’aria da bravo ragazzo: su Fabietto, canta con noi. 31,6 % di share è un vero botto, ma ci pensi? La gioiosa macchina da guerra mediatica di Vieni via con me sta andando alla grande; tutti la guardano, tutti ne parlano. Saluti e baci ai rivali del prime time che ormai non esistono più, asfaltati sotto il peso della vera “tv di cultura” capace di unire retorica, letteratura, musica, (anti)politica e demagogia in un mischiotto espolosivo. Così il lunedì sera tutte le personcine per bene devono onorare il grande show fazioso, è un dovere morale: se ti perdi Vieni via con me e poi i colleghi d’ufficio ti sgamano che figura ci fai?
Dovrai pure dire la tua sull’intervento in trasmissione del Ministro Roberto Maroni. Era un elenco o un comizio politico? Su questa domanda ti giochi tutto. La verità è che ieri sera il capo del Viminale ha dovuto concentrare in tre minuti un discorso che forse gli avrebbe richiesto più tempo. Il risultato è stato una litania televisivamente poco efficace, che ha unito il racconto di fatti inconfutabili (arresti, leggi, sequestri, condanne: reale lotta alla mafia) a una difesa più politica. Nella Repubblica dell’elenco – che vive di se stessa, dei suoi super ospiti e delle sue liturgie – Maroni sembrava quasi un marziano, così diverso e stonato rispetto a una cornice che lascia poco spazio all’imprevisto, al colpo di scena. A Vieni via con me è tutto calcolato, e quando Fazio cerca di incalzare il Ministro con la sua sferzante piaggeria è quasi un evento. Un brivido ti corre lungo la schiena.
Roberto Saviano invece no, non lo puoi toccare. Come noto il totem del programma gode di una infallibilità per cui ogni suo intervento merita di essere seguito con atteggiamento adorante. Ieri sera lo scrittore antimafia ha parlato dei rifiuti a Napoli e degli interessi mafiosi che circolano attorno a questo problema. Niente di nuovo. Il signor Gomorra ha raccontato come la criminalità organizzata allunghi le mani sul business della monnezza, glissando però sulle responsabilità della politica (“Centrodestra e centrosinistra hanno cercato di risolvere il problema, tutti con esito drammatico”). Un discorsone di quaranta minuti che il salotto buono di Vieni via con me ha accompagnato da applausi scroscianti e compiaciuti: essiamonoi essiamo noi, Saviano ce l’abbiamo noi.
Il programma è più strutturato del solito, si susseguono ospiti, parole, elenchi. Arriva Corrado Guzzanti, da anni assente dal piccolo schermo, ed è il delirio. Il pubblico si spancia dalle risate, applaude alle sue freddure rivolte a destra e a sinistra. Dopo tempo l’attore conserva la sua ironia, ma appare deludente e fuori sincro rispetto alla logica dell’elenco imposta dal programma. Lette così, sotto forma di lista, le sue battute perdono efficacia e risultano solo un freddo elenco di audaci bastardate. Per capirci: forse, ad oggi, Maurizio Crozza e Vauro avrebbero reso molto di più.
Lo show comunque ha tenuto il pubblico incollato al video, regalando al programma un risultato da record. Numeri che hanno fatto gongolare come un matto il buon Fazio. Stamane il conduttore ha infatti dichiarato alla nazione: “Siamo molto felici di tutta questa attenzione e per ringraziare il pubblico che ci ha seguito con grande entusiasmo, abbiamo chiesto alla Rete, che ha accolto favorevolmente la proposta, di andare in onda, con l’ultima puntata, eccezionalmente fino a mezzanotte. Sarà il modo per salutare, al meglio, tutte le persone che ci hanno seguito fino ad oggi”.
Essiamo noi essiamo noi la tv buona ssiamo noi: allora tutti pronti al Vieni via con me all night long. Arriveranno ai 10 milioni? Scommesse aperte.
1. david ha scritto:
23 novembre 2010 alle 14:47