Una ricetta semplice: pochi soldi e tanti giovani. E’ cosi che nasce una creazione dall’altissimo potenziale. Non c’è dubbio: Rai4 è la rivelazione del 2010. E i dati delle settimane dal 3 al 16 gennaio lo confermano. Il canale, classe 2008, guidato da Carlo Freccero, è il capolista nella classifica delle reti non generaliste passate al digitale. I numeri sono da capogiro: partito nel 2009 con lo 0,31% di share in prima serata, ha raggiunto l’1,85%, con picchi nel Lazio del 3%. Il tutto guadagnato sfruttando lo sviluppo digitale. Il successo era stato preannunciato già 3 mesi fa quando in Sardegna aveva già superato la rivale La7 (per info clicca qui).
“Sorprendente”, cosi Freccero l’ha definito in occasione del primo anno di vita. E pensare che i risultati sono stati raggiunti con un budget ridotto. Il direttore di rete si era espresso anche a tal proposito: “Bisogna cominciare a produrre il che significa poter disporre per il 2010 di un budget superiore a quello attuale, di circa 8 milioni. Altrimenti, il rischio è quello di esaurire il potenziale offerto dal digitale della quarta rete in una breve stagione.”
Comunque, per il momento, Rai4 parte alla rincorsa di La7 che, secondo i dati registrati, rimane ferma all’ 1,97% e che nonostante un’ottima programmazione (Omnibus su tutti) ha molto da temere. Ma La7 non è l’unica rete ad essere tenuta “sotto controllo” da Carlo Freccero. Infatti il canale digitale batte anche il satellite risultando uno dei canali più seguiti tra quelli non generalisti con ben 423 mila spettatori nel prime time (seguita da Iris con 243 mila) e mantenendo a grande distanza Fox Crime, Sky Cinema e Fox (con una media di 50 mila).
Ma qual è la ricetta del successo?
Ingredienti:
- Una programmazione giovane e il coraggio di correre il rischio,
Questo è il segreto. Lasciando da parte un palinsesto commerciale, insito nella memoria dei nati dopo il 1975, ci si è adeguati alle esigenze e interessi dei nati dopo il 1990, la generazione del “digitale”, che guarda la tv solo dai computer. Non si tratta né di scarti né di eccessi ma solo di programmi che si adattano a questa nuova cultura. Come Emmanuelle, il classico dell’erotismo, un porno morbido vietato ai minori, un po’ vintage un po’ cinema, proposto d’estate alle 2 di notte. O come Angel, un vampiro colpito da un sortilegio, difensore dei deboli interpretato da David Boreanaz, serie che volevano censurare. Carlo Freccero scatena i giovani con il motto di “no alla censura”. E afferma: “il più delle volte è autocensura, c’è così paura di sbagliare che qualcuno preferisce stare fermo. Può sbagliare chi sta fermo?”[....] La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non vicecersa”
Tre sono i prodotti fondamentali: la fantascienza con Battlestar Galactica, il dramma con Crash e l’azione con le produzioni proprie, senza tralasciare il week-end tutto in rosa con film al femminile.
- Innovazione e apertura mentale
La novità importata dal direttore, colui che fu un colpo di fulmine per Berlusconi quando scrisse 300 riassunti per un’enciclopedia del Premier, tanto velocemente da lasciarlo stupito e assumerlo subito a Canale5, sono l’importazione degli Anime giapponesi, genere che vanta gruppi di nicchia di fans, molto numerosi, ma che riesce a imbambolare anche i bambini come tutti i cartoons. Si parla di Code Geass e Gurren Lagann in programmazione a settembre, che trova come uniche rivali in RaiUno le ennesime repliche di Sister Act. Il tutto con grandissima sorpresa dei fans del genere che alla notizia dei nuovi programmi proposti hanno commentato increduli, accantonando la convinzione che la Rai fosse solo una rete vecchia.
La mente rivoluzionaria che sta alla base del canale si nota anche dalla apertura mentale di accettare consigli e proposte. Tutti, nel sito, posso dire la loro. C’è una sola regola: no divise e santi, solo roba fresca!
Un successo insomma, creato da ingredienti semplici, ma nuovi e geniali. Un canale così innovativo da non sapere neanche dove collocarlo (infatti ci sono 3 reti per la Rai, 3 reti per Mediaset), da pensare addirittura di cambiarne il nome. Pensiero senza senso, a due anni dalla nascita. Rai4 è Rai4 e formula vincente non si cambia.
1. Lara ha scritto:
28 gennaio 2010 alle 17:54