La Rai deve intercettare i giovani. E’ quello che a Viale Mazzini ogni direttore ripete spingendo talvolta a delle scelte drastiche in nome dell’ardito obiettivo. Così Rai1 preferisce The Band a Ora o Mai Più (inspiegabilmente ritenuto più giovane) e Rai2, di tanto in tanto, se ne esce con programmi che di giovane hanno solo il lato cringe. Il paradosso è però che quando si hanno i giovani (e giovani adulti), o comunque una programmazione diversa dal solito, si cambia rotta per percorrere binari più tradizionali e comodi dal punto di vista auditel. E’ il caso di Rai4.
Il canale nato nel 2008, con la direzione di Carlo Freccero, si era distinto per un palinsesto cult, che parlava a delle nicchie di pubblico poco intercettate altrove strizzando l’occhio ad un pubblico più giovane rispetto all’abituale target di Viale Mazzini. Ha dato spazio ai teen drama e in una primissima fase a L’Isola dei Famosi e X Factor, ha valorizzato il genere fantasy/sci fi e ha trasmesso le serie più acclamate della televisione nostrana. Da Mad Men, in maniera coraggiosa proposto in prima serata e in daytime, al Trono di Spade, passando per Desperate Housewives e gli originali Netflix Orange is the new Black e Narcos, il palinsesto di Rai4 ha rappresentato un toccasana per gli amanti seriali. C’è stato persino un periodo, sotto la direzione di Angelo Teodoli, in cui si è deciso di investire sul canale lanciando una serie di produzioni tutte in una volta (docureality e dating) che mal si sono sposate con l’anima scripted del canale. Un sonoro flop, prevedibile ma con un obiettivo nobile ossia quello di parlare coerentemente ad un pubblico più giovane.
Progressivamente la programmazione di genere di un tempo è pressoché sparita dal daytime e si vede poco in altre fasce. Se in prima serata sono rimasti i film (genere più forte per i canali all digital e per questo inamovibile) e qualche serie, la programmazione diurna di Rai4 è a tutto crime, con le repliche dei vari Senza Traccia, Cold Case e con la mazzata finale arrivata la scorsa settimana: Il Commissario Rex. Sulla rete (ex) giovane un telefilm tedesco del 1994, che poteva essere perfetto per Rai Premium, Rai Movie (e anche per l’over Rai1) ma su Rai4 continua a stonare. Peraltro gli ascolti registrati, tra l’1% e l’1.4%, sono poco più che sufficienti.
Il paradosso è servito: in una Rai che vuole intercettare i giovani e che vuole editorialmente elevarsi rinunciando talvolta all’ascolto a tutti costi, si tenta di sperimentare/cambiare sulle reti maggiore, dove i flop pesano tanto, e su una rete piccola come Rai4 ci si accontenta. E’ vero che il focus (con annessi proclama a mezzo stampa di facciata) si è spostato su Raiplay (che potrebbe invece lavorare in tandem con il canale 21) e che le digitali hanno perso importanza ma snaturare Rai4 era necessario?
1. Marco3.0 ha scritto:
10 maggio 2022 alle 16:13