
11
aprile
Le Fate Ignoranti sono più vive e appassionate che mai

Cristiana Capotondi, Luca Argentero e Eduardo Scarpetta
La moda di trasformare i film in serie tv non è nuova – tra i vari esempi Immaturi, Tutta colpa di Freud, A Casa tutti Bene - e ci vuole poco a capire cosa hanno in comune tutte le pellicole scelte: sono racconti corali. Racconti ricchissimi di personaggi, di anime e sfumature, che in due ore sul grande schermo vengono sfiorate e che in una serie possono invece essere analizzate, sviscerate, sfruttando tutto il proprio potenziale. Ne Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek, prodotta da Tilde Corsi per R&C Produzioni e pronta al rilascio completo su Disney + il 13 aprile, questo succede.
Il cuore dell’omonimo film che nel 2001 ha regalato ad Ozpetek la grande popolarità resta intatto e batte nuovamente, con volti nuovi ma con il medesimo filo conduttore: l’amore, in tutte le sue forme, anche in quelle all’apparenza sbagliate. Nei primi due degli otto episodi complessivi (che abbiamo visto in anteprima) ogni passaggio è preso con calma, con cura, e così come senti vivido lo scricchiolìo del pane che viene affettato per il pranzo domenicale di un’allegra e colorita famiglia acquisita, così puoi sentire i sentimenti dei personaggi, che sono “cresciuti” in questi vent’anni, sono al passo coi tempi pur restando ancorati a quel piccolo mondo creato da loro, nel quale i benpensanti e i bigotti non possono entrare.
Del cast originale resta l’insostituibile Serra Yılmaz, gli altri interpreti sono nuovi e sanno accendere l’interesse sui loro personaggi. L’Antonia di Cristiana Capotondi nei primi episodi ricorda molto quella di Margherita Buy – le due attrici si sono sentite per una sorta di passaggio di testimone – e Luca Argentero dà a Massimo, il marito fedifrago e defunto, un’identità più forte rispetto a quanto narrato nel film, raccontandone l’ambivalenza, la tenerezza e anche la superficialità (muore perchè ad un semaforo si distrae a flirtare con una bella ragazza, interpretata dalla moglie di Argentero, Cristina Marino).
La grande scoperta, o meglio la grande conferma (qui la recensione nella quale ne sottolineavamo il grande talento) è Eduardo Scarpetta, che interpreta il personaggio che fu di Stefano Accorsi, Michele, colui che fa perdere la testa a Massimo portandolo a pensare di lasciare la moglie. L’attore napoletano ci mette del suo e dà spessore al proprio ruolo, rendendolo più centrale nella narrazione, quasi un punto di riferimento per lo spettatore che lo cerca per orientarsi nella vastità di personaggi e situazioni. La terrazza di Michele è il palcoscenico sul quale operano quelli di Ambra Angiolini e Anna Ferzetti (un’appassionata coppia lesbica), Paola Minaccioni (una vivace fruttivendola che colleziona solo uomini sbagliati), Filippo Scicchitano, Edoardo Purgatori e Carla Signoris, tutti giusti e nella parte.
Ozpetek non è più lo stesso di vent’anni fa e mette a frutto la leggerezza acquisita nel tempo e sperimentata ad esempio in Mine Vaganti. Le Fate Ignoranti nella serie – che lui dirige insieme a Gianluca Mazzella ed è stata scritta con Gianni Romoli, Carlotta Corradi e Massimo Bacchini - diventano così più leggere, briose, nonostante i temi importanti e una storia scomoda, articolata, ironica, con scene poco adatte ai minori ed un grande desiderio di inclusività e abbattimento dei pregiudizi sociali.
Ad impreziosire la serie, il brano Buttare l’Amore, che il regista ha ricevuto in dono dalla sua amica Mina e che scava nell’inadeguatezza che Antonia e Michele sentono l’una rispetto all’altro, ma anche nella loro voglia di emanciparsi dal ricordo di colui che hanno amato e dall’idea che hanno di se stessi, recitando “anche se poi tutto quello che vuoi potrei dartelo, affari miei se poi decido di no, sono libera“.


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