1
marzo

Da Gino Bramieri al Principe Emanuele Filiberto, tutti gli «outsider» del Festival di Sanremo

Gino Bramieri

Gino Bramieri

Ancora poche ore e le luci del Teatro Ariston si riaccenderanno per ospitare il Festival di Sanremo 2021 ed aggiungere così un nuovo capitolo a quella che, senza dubbio, è la manifestazione musicale più amata e seguita dagli italiani. Nel corso delle sue 70 edizioni il Festival ha visto alternarsi sul palco centinaia di cantanti, pronti a darsi battaglia a suon di note, ma non sono mancati neppure gli “outsider”, ovvero personaggi che, in alcuni casi, poco o niente avevano a che fare con il mondo della musica, ma che non hanno saputo resistere al fascino del Festival della Canzone Italiana.

Primo intrepido “cantante della domenica” è stato l’indimenticato Gino Bramieri, che nel 1962 si presenta in gara con le canzoni Lui andava a cavallo (6° posto) e Pesca tu che pesco anch’io (non finalista). L’attore arriva davanti al Teatro del Casinò in sella ad un cavallo, scatenando l’ilarità generale ma lasciando perplessi alcuni cantanti in gara, tra cui Luciano Tajoli, che trovò sconveniente la partecipazione di un comico a Sanremo. Nel 1973 è invece la volta di un giovanissimo Christian De Sica con il brano Mondo Mio. La canzone viene eliminata prima della finale e spinge De Sica a troncare sul nascere la carriera di cantante e seguire le orme del padre Vittorio. Nel 1978 a calcare il palco del festival è invece Dora Moroni, popolarissima valletta della Domenica In di Corrado. Nonostante il grosso supporto del pubblico, la sua canzone, dal titolo Ora, scritta da Donatella Rettore, non arriva tra le 9 finaliste.

Forte del successo ottenuto in programmi come Non Stop e La Sberla, con il brano Sarà un fiore nel 1979 approda al festival Enrico Beruschi. Il cabarettista milanese propone un brano ironico nel quale non mancano alcuni doppi sensi a sfondo sessuale, incredibilmente sfuggiti alla ferrea censura dell’epoca. Per lui un’insperata quinta posizione. Nel 1981 è la volta di Loretta Goggi: la showgirl ha già all’attivo alcune esperienze come cantante, ma è nota al pubblico soprattutto come attrice e conduttrice. Il brano Maledetta Primavera conquista il secondo posto nella classifica finale, diventa una hit internazionale in grado di vendere oltre un milione di copie e lancia definitivamente la Goggi nel mondo della musica. Meno fortunata l’avventura sanremese della sorella Daniela che, già attiva in tv, decide di tentare la carriera musicale presentando al festival del 1983 la canzone Dammi tanto amore, con la quale non riesce però ad approdare in finale. In quella stessa edizione non va molto meglio a Barbara Boncompagni. La figlia del noto regista Gianni arriva 22^ con il brano Notte e Giorno.

Il 1986 segna il debutto a Sanremo di Renzo Arbore. Lo showman propone al pubblico la canzone Il clarinetto, caratterizzata da doppi sensi sessuali, in cui lo strumento musicale diventa la metafora dell’organo genitale maschile. I tempi sono cambiati e la censura non interviene sul testo. La canzone si classifica seconda dopo Adesso Tu di Eros Ramazzotti. All’epoca circolarono voci che Il clarinetto fosse stata la canzone destinata a vincere il festival e che Arbore si fosse accordato per cedere volontariamente lo “scettro” al cantante romano. Nel 1988 a calcare il palco del Teatro Ariston è invece l’attore e regista Francesco Nuti con la canzone Sarà per Te. Il brano dal sapore profondo ed intimista si classifica solo al 12° posto, ma conquista la critica.

Nel 1989 a cantare in riviera arrivano due popolarissimi volti della tv come Marisa Laurito, in gara con Il babà è una cosa seria (12° posto), e Gigi Sabani, interprete del brano scritto da Toto Cutugno dal titolo La fine del mondo (23° posto). Quello stesso anno debutta al festival anche Francesco Salvi con la canzone Esatto!, che riesce a piazzarsi al 7° posto. Il comico torna a Sanremo altre 3 volte; nel 1990 con A (non finalista), nel 1993 con Dammi 1 bacio (non finalista) e infine nel 1994 con Statento (15° posto). Tra i comici reinventatisi cantanti anche Armando De Razza, personaggio lanciato in tv da Arbore, che nel 1990, sull’onda del successo internazionale della Lambada, propone La Lambada strofinera, scritta in un improbabile spagnolo proprio dallo showman pugliese.

Il 1991 segna invece il debutto dell’attore Tyrone Power Jr che interpreta fuori gara Just Married, versione internazionale di Oggi Sposi, canzone proposta in quell’edizione dalla sorellastra Romina Power con il marito Al Bano. Nel 1992 arriva a Sanremo l’attore Giorgio Faletti che, in coppia con Orietta Berti, propone il brano Rumba di tango (non finalista). Il comico ritorna al festival anche nel 1994 con Signor Tenente, canzone ispirata alle stragi di Capaci e di via d’Amelio, che gli permette di arrivare secondo e vincere il premio della Critica, e nel 1995 con il brano L’assurdo mestiere (12° posto). Nel 1994 è la volta dell’attore Paolo Rossi che, in coppia con Enzo Jannacci, propone un brano intitolato I soliti accordi (6° posto). Rossi torna al festival anche nel 2007 con una canzone inedita di Rino Gaetano dal titolo In Italia si sta male (14° posto).

Oltre al già citato Faletti, il 1995 vede in gara la showgirl Lorella Cuccarini con Un altro amore no (10° posto) e il superfavorito Fiorello con Finalmente Tu che, contrariamente alle attese, si classificherà solo al 5° posto. Quello stesso anno sul palco del Teatro Ariston arriva anche l’attrice Sabina Guzzanti con la Riserva Indiana, in una delle più provocatorie partecipazioni della storia del festival. Della curiosa riserva fanno parte Mario Capanna, Sandro Curzi, Davide Riondino, Bruno Voglino, Nichi Vendola, Paolo Pietrangeli, Daria Bignardi, Orsetta De Rossi, Antonio Ricci, Ermete Realacci, Chicco Testa, Marco Giusti, David Riondino e Milo Manara. La canzone, intitolata Troppo Sole, è una metafora sui comunisti, e si classifica al 18° posto.

Nel 2010 non passa certo inosservata la partecipazione del Principe Emanuele Filiberto di Savoia che, insieme a Pupo e al tenore Luca Canonici, interpreta il brano Italia Amore Mio. Durante la kermesse tutte le esibizioni del trio sono state oggetto di fischi e contestazioni, culminate nella serata finale ed in particolare nel momento in cui la canzone portata in gara si classifica seconda. Decisamente più tranquilla e scanzonata la partecipazione nel 2015 di Biggio e Mandelli. I “soliti idioti” cantano l’allegro brano Vita d’inferno, non riuscendo però ad accedere alla finale. In quella stessa edizione gareggia anche Mauro Coruzzi. Il conduttore, smessi i panni della celebre Platinette, interpreta al fianco di Grazia Di Michele il brano Io sono una finestra (16° posto).

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

,



Articoli che potrebbero interessarti


Amadeus, conferenza stampa Sanremo 2021
Sanremo 2021, conferenza stampa conclusiva in diretta. Salini: «Spero che Ama e Fiore facciano il triplete»


Maneskin, Sanremo 2021
I Maneskin vincono il Festival di Sanremo 2021


classifica Sanremo 2021
Sanremo 2021, la classifica finale


Willie Peyote
Sanremo 2021: Premio della Critica a Willie Peyote. Ecco tutti gli altri premi

4 Commenti dei lettori »

1. sergio ha scritto:

1 marzo 2021 alle 15:38

avete dimenticato Mauro Coruzzi alias Platinette che ha partecipato nel 2015 con Grazia di Michele con il brano “Io sono una finestra”



2. Salvatore Cau ha scritto:

1 marzo 2021 alle 16:20

@sergio
eh si, è vero. lo stesso anno di Biggio e Mandelli.



3. aleimpe ha scritto:

1 marzo 2021 alle 18:07

E di Gigi Proietti nel “Trio Melody” nel 1995 ?



4. Meke ha scritto:

1 marzo 2021 alle 19:32

Il trio Melody… ma che ne sai se non hai fatto il pianobar… come no…



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.