24
febbraio

La Vita Promessa 2: un racconto amaro, dominato dalle assenze

La Vita Promessa 2 - Thomas Trabacchi

La Vita Promessa 2 - Thomas Trabacchi

Carmela Rizzo è tornata su Rai 1 per raccontare al pubblico il seguito del suo dramma, di una storia infelice, fatta di speranza e tentativi di felicità che cadono puntualmente nel vuoto. Ad interpretarla un’ottima Luisa Ranieri, intensa e coinvolgente, ma è un altro il personaggio che ha brillato nel ritorno de La Vita Promessa, ed il pubblico ne sentirà di certo la mancanza.

La Vita Promessa 2: la morte di Mr Ferri

La morte di Mr Ferri, a cui ha prestato il volto Thomas Trabacchi, ha chiuso la prima puntata di ieri sera e tolto al racconto la luce che lo rischiarava. L’uomo, da sempre innamorato di Carmela e suo fedele amico, era stato per lei e la sua disgraziata famiglia una guida, un appiglio, la figura maschile venuta a mancare con la morte in Italia del marito della donna. Una volta morto anche Michele, primogenito di Carmela, l’unico al quale la protagonista poteva fare davvero affidamento, era lui; ed anche lui le è stato tolto da una sceneggiatura emozionante e inesorabile.

Thomas Trabacchi, che ha preso parte a numerose fiction italiane, non ha mai ricoperto apertamente un ruolo da protagonista, pur lasciando il segno, come ne La Strada di Casa, Il Silenzio dell’Acqua e Medicina Generale. E qui ha senza dubbio catturato l’attenzione, capace di portare calore e romanticismo in un racconto fosco, popolato da altri personaggi forti, che adesso dovranno riempirlo al posto suo.

L’uscita di scena di Mr Ferri renderà quasi certamente protagonista il suo protetto, l’ebreo Bruno (Stefano Dionisi), che prenderà il suo posto accanto a Carmela. Non dimenticando la figura di Vincenzo Spanò, il nemico giurato della donna, che nasconde dietro alla sua prepotenza un amore malato e bruciante, che Francesco Arca riesce a rendere bene sullo schermo.

Saranno loro adesso, insieme ai figli della protagonista, le presenze maschili della storia. Che, pur avendo una protagonista assoluta, si presenta come un racconto sempre più corale, nel quale tutti cercano di emanciparsi da lei, dalla sua protezione e dal suo bisogno di controllarli, per trovare la propria strada. In un contesto storico difficile ma ben reso dal punto di vista scenografico.

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