Partiamo da un assunto: Mara Venier in prima serata non ci sta. La sua collocazione ideale è altrove, il suo mood è il salotto, la sua cifra le chiacchiere in libertà. E presumo che ne sia consapevole anche lei. Mara non può essere ‘costretta’ in format, non deve seguire una scaletta, non deve avere vincoli. Presumo, quindi, che abbia accettato l’invito ad aprire la Porta (dei Sogni) di Teresa De Santis per rispetto nei confronti della direttrice di Rai 1, cogliendo l’occasione per festeggiare i suoi risultati domenicali. Pensavo, tuttavia, che si fosse tutelata maggiormente.
In Rai, si sa, puntuale come i parenti sconosciuti attovagliati assieme ai congiunti più prossimi nei cenoni di Natale e Capodanno, arriva il programmino insulso che scimmiotta formati più noti o formule maggiormente collaudate (altrove) sperando che un deja-vu di successo possa far breccia nel cuore del pubblico. Il problema è che l’approssimazione e la scarsa cura riposta nelle produzioni (specialmente quelle nuove) è diventata stomachevole e destìna all’oblio il nuovo show ancor prima di andare in onda. Roba che il commento più frequente in chi guarda è: “Sempre le stesse cose. Che noia!”.
Prendiamo La Porta dei Sogni. Cosa avrà pensato la dirigenza di Rai 1 (o chi per lei, visto che ormai non si sa se a scegliere sia la direzione di rete o quella intrattenimento) quando ha deciso di mettere in produzione il programma realizzato da Banijay?! Di poter bissare il successo del Treno dei Desideri?! Di poter creare un nuovo Carràmba che Sorpresa?! O di avere una versione ‘made in Rai’ di C’è Posta per Te?! Perchè, se hai in casa, Il Treno dei Desideri o Carramba che Sorpresa devi andare a pescare un nuovo formato che ne ricalchi uno già trasmesso sperando che solo la forza del conduttore possa far da traino?
Il motivo sembra essere soltanto uno: il budget. Perchè – questa è un’altra certezza – se devi riportare Fiorello in video – anzi, portarlo sui monitor dei computer – i budget ci sono e la promozione monstre pure (anche se i risultati sono quasi risibili e il progetto Rai Play altrettanto); se, invece, devi trovare una prima serata valida e, per giunta, con un volto che è riuscito a ridare respiro in maniera importante all’intero daytime domenicale… no!
Dispiace. E in questo caso dispiace ancor di più: l’idea della porta è interessantissima e il programma ha tutte le carte in regola (come i succitati ‘colleghi’) per essere forte. Ma non puoi utilizzare uno studio così misero e una grafica così imbarazzante che, come se non bastassero le somiglianze su esposte, davano la sensazione di un arrivo precoce di Porta a Porta. E non puoi nemmeno avere una regia così modesta e un montaggio così poco curato. Sarebbe bastato avere la stessa cura che le squadre esterne avranno profuso in totale autonomia. In quel caso, davvero niente da dire.
Peccato, un’altra occasione persa. L’ennesima.
1. Salvo ha scritto:
5 gennaio 2020 alle 16:23