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dicembre
Cuochi d’Italia: un torneo regionale poco originale, con Borghese a fare da animatore

Cuochi d'Italia - Cristiano Tomei, Alessandro Borghese e Gennaro Esposito
I programmi culinari sono stati offerti ormai in tutte le salse ai telespettatori, ma le varianti che vanno più di moda al momento sono i talent, arricchiti da giudici inflessibili, o gli show itineranti, che stanano cuochi e ricette a casa loro. C’è però chi ancora offre una sfida a due, con tanto di pubblico in studio, e tra le varie proposte del genere spicca Cuochi d’Italia, in onda dal lunedì al venerdì nel preserale di TV8.
Cuochi d’Italia: un programma poco innovativo ma piacevole
Il programma, giunto alla sesta stagione, punta a valorizzare le tradizioni regionali italiane e si basa su un vero e proprio torneo: in ogni puntata due cuochi, di due regioni diverse, si sfidano cucinando gli ingredienti locali; ognuno deve confrontarsi sia con la materie prime che ben conosce, sia con quelle proposte dall’avversario, mentre i due giudici Gennaro Esposito e Cristiano Tomei propongono altri ingredienti delle varie regioni, spiegandone uso e provenienza.
Il conduttore Alessandro Borghese, pur essendo a sua volta uno chef, qui fa l’animatore, fomentando il pubblico e giocando con i concorrenti, cosa che aiuta a mantenere un clima leggero e colloquiale. Il sapore festaiolo della gara e della preparazioni dei piatti richiama un po’ alla mente la verve originale de La Prova del Cuoco; la presenza del rosso e verde e quella nel cast di Esposito – che nel programma di Rai 1 era di casa – contribuisce ad avvicinare i due cooking show.
E, se lo svolgimento di Cuochi d’Italia può richiamare alla mente quella di Cuochi e Fiamme, l’esaltazione delle tradizioni regionali può ricordare quella delle mengacciane Ricette all’Italiana.
Il programma di TV8, insomma, non offre nulla di nuovo o particolarmente originale, ma l’insieme è gradevole e si fa guardare dai circa cinquecentomila spettatori che ogni giorno lo seguono, regalandogli sovente punte del 2.5% di share nella difficile fascia preserale.


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2 Commenti dei lettori »

Riferimento puntata del 14/1/19, e precedenti che vedo spesso, evidenti e smaccate preferenza per cuochi campani da arbitro campano. I due giudici seduti di fianco sono in grado di vedere il voto dell altro e decidere chi vincera’.
Inoltre i giudizi sono inficiati dai propri gusti, dei giudici, invece che oggettive valutazioni …. i gusti non si commentano dicevano i latini. Imparzialità non esiste. Come mai la Campania ha vinto due volte a differenza delle altre regioni, solo un caso?
I giudici devono ruotare tra le venti regioni ed evitare che un giudice valuti la propria regione. Meglio se fossero in tre invece che due.


2. GIANCARLO ha scritto:
egregio alessandro borghese,,in riferimento ad alcune puntate anche precedenti,,e in particolare quella del 26 febbraio tra veneto e marche,, il giudizio dei giudici sembra chiaramente a favore della concorrente veneta, che pur presentando piatti facilissimi(cosa pesantemente contestata dai giudici ad altri cuochi dove viene sempre richiesta una lavorazione dei piatti piu’ elaborata e piena di creazioni) riesce a prendere voti altissimi al cospetto della concorrente delle marche il cui piatto oltre a essere inventato da lei,,,(le olive ascolane o bombette fatte in quel modo) a cui viene detto che sono eccezionali… addirittura esposito dice che cosi buone non le ha mai mangiate,, ma la votazione finale dice tutto il contrario e non e la prima volta,,per cui ritengo che ci siano dei favoritismi,, vi ringrazio saluti,, giancarlo e lydia da civitavecchia

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1. Gfranco ha scritto:
14 gennaio 2019 alle 20:36