Da qui a un anno si poggia su un’idea suggestiva: seguire un percorso di cambiamento lungo 12 mesi scoprendo il prima e il dopo nel corso della stessa puntata è qualcosa di inedito che stuzzica l’attenzione e all’occorrenza suscita empatia. Una trovata valida che ha spinto Discovery a compiere un’operazione davvero ardita mettendo in cantiere il programma per Real Time. Ma il coraggio, seppur importante per innovare, non è bastato. O forse è stato mal riposto.
Nel complesso non funziona Da Qui A un Anno. Se ad una visione random di un solo segmento, magari sul web, il programma risulta più che interessante, è nell’insieme che nascono i problemi. L’appuntamento del venerdì sera del canale 31 è ripetitivo: una carrellata di storie in cui mancano elementi che spezzino la routine e creino mordente per i 90 minuti di trasmissione. L’anno di cambiamento dei concorrenti, poi, viene liquidato così quasi en passant non trasmettendo a dovere la fatica o le difficoltà incontrate. Non aiuta nemmeno lo studio. Probabilmente ci si è attenuti in maniera rigorosa al format inglese originale ma la tv italiana e quella d’Albione non sono quasi mai assimilabili.
La conduzione di Serena Rossi è gradevole, lei è affabile e non infastidisce. La sua camminata da un anno all’altro rappresenta uno dei momenti topici dello show. Tuttavia l’attrice campana non può essere considerata un vero punto di forza del programma: il grande emotainment è tale solo nelle mani delle grandi star, delle De Filippi o delle Carrà, che sono dei punti di riferimento per il pubblico, storia nella storia.
Gli ascolti flop di Da Qui A un Anno
Dal punto di vista degli ascolti, Da Qui A Un Anno è partito con 464.000 spettatori e il 2% di share (che saliva al 4.3% e a 1 milione di spettatori col simulcast), numeri poi calati: la quinta puntata lo scorso venerdì ha raccolto 279.000 spettatori con l’1.2% (picco più basso per la terza puntata che ha ottenuto 277.000 spettatori e l’1.1% contro il debutto de La Corrida). Ascolti decisamente troppo bassi per l’ambiziosa produzione Magnolia. Inoltre la striscia quotidiana, in onda in access prime time, è stata ben presto dirottata in un’altra fascia oraria.
Niente svolta emotainment, dunque, per Real Time – del cui particolare momento storico ci eravamo occupati qualche settimana fa – che nel frattempo ha richiamato all’ovile Clio Make Up. Meglio l’usato sicuro, che un nuovo inaffidabile.
1. Eolo ha scritto:
2 maggio 2018 alle 20:07