Non ci sono dubbi. Se avessimo dovuto indicarvi un canale digitale di successo, la risposta – sino a qualche tempo fa – sarebbe Real Time. In quel di Discovery hanno fatto la storia della tv recente proponendo qualcosa di veramente diverso all’italico spettatore e l’ascesa del canale 31 è stata tale da fare scuola per altre reti e per infondere coraggio allo stesso gruppo americano che si è deciso ad investire prepotentemente in Italia. Ma tutte le cose hanno un ciclo.
Real Time: ascolti al ribasso
L’effetto novità prima o poi svanisce e l’abilità sta nel cercare di cavalcare l’imprevisto e tracciare un percorso che resista alle variabili del mercato. Oggi siamo di fronte ad un periodo di affanno per il canale 31, probabilmente alle prese con i dati d’ascolto più bassi degli ultimi anni: in daytime cala spesso al di sotto dell’1% con l’eccezione della fascia di messa in onda di Amici; dal 7 gennaio al 24 febbraio – settimana di Sanremo esclusa – la media nelle 24 ore è dell’1.1% contro l’1.4% dei 12 mesi precedenti. Eppure può contare su una programmazione accesa come non mai; un palinsesto che non ha eguali sulle digitali, caratterizzato in daytime dalle prime tv di Amici, Take Me Out (al suo posto oggi arriva Alta Infedeltà) e dell’ultimo (zoppicante) arrivato Love Dilemma. In prima serata ci sono anche ben due produzioni italiane (Cake Star e Primo Appuntamento). E’ evidente, dunque, che ci sia qualcosa che non va e a Discovery si stanno muovendo. All’indietro. Ma procediamo con ordine.
I tre step di Real Time
Analizzando il percorso del canale, è possibile individuare tre step: il primo dominato dai tutorial e dal lifestyle che ha permesso al 31 di lanciare nuovi volti, che hanno fatto da megafono al suo operato, ma anche di imporre un’immagine di televisione bon ton, capace di far passare in secondo piano i primi programmi factual dal sapore freak o se preferite “larger than life“. Proprio la chiave storytelling è quella adottata dalla seconda fase di Real Time che ha progressivamente abbandonato cibo/trucco/parrucco per lasciare spazio al racconto della realtà sul modello della “mamma” a stelle e strisce TLC.
Il terzo step è quello dell‘intrattenimento – preceduto dall’arrivo (comprensibile ma discutibile) di Amici - che ha rappresentato la vera e propria nota stonata. Spazio così a Take Me Out, all’improbabile Piccoli Giganti – di cui ancora non ce ne facciamo una ragione (tema vecchio e non più attuale, non in linea con la rete, alti costi) – , ai tanti speciali musicali e ad inadeguati volti noti; con buona pace dell’identità di rete e dei telespettatori della prima e della seconda ora. Una via che è anche nel segno dell’omologazione: perchè Piccoli Giganti puoi trovarlo ovunque ma Italiani made in China solo su Real Time.
Il rapporto con il Nove
Un’infornata di show che in un’ottica di gruppo suona pure come paradossale: a fare intrattenimento generalista è nel frattempo piombato il Nove. La volontà di non indebolire Real Time per lasciare spazio al nuovo arrivato è servita a ben poco. Il risultato sono due reti deboli: il canale 31 in continua evoluzione/involuzione, il Nove ancora in cerca di autore.
Gli effetti negativi del successo
Nel frattempo il livello delle produzioni a Discovery non è cresciuto quanto la loro fama: hanno dimostrato di più quando i soldi da gestire erano di meno, forse l’inevitabile inesperienza non è stata colmata da forti capacità di mettersi in discussione e ascoltare il mercato. Parimenti il successo del brand ha portato arrivi e partenze di dirigenti, scalate al vertice, logiche (spesso illogiche) di case di produzione, di agenzie e di amicizia, proprio (o forse peggio date le dimensioni minori) come accade in Rai e a Mediaset, che hanno giocoforza leso la bontà dei prodotti.
Il passo indietro
E così ora si tenta di dare nuovamente ascolto a quei telespettatori che richiedono a gran voce il ritorno della vecchia Real Time. In daytime è rispuntata Paola Marella, con le repliche di Cerco Casa Disperatamente, al sabato c’è una produzione branded sui fenomeni del pulito e per il prime time si investe su una gara di pasticcerie. Proprio Cake Star sta ben performando al venerdì sera complice un meccanismo “mutuato” da 4 Ristoranti di Sky Uno e Tv8. Ebbene sì, da innovatore Real Time diventa follower, per un genere che ha nel DNA e che il pubblico immediatamente associa al canale.
Proprio Tv8, diretto dall’ex Discovery Antonella D’Errico, dimostra che si può superare il 2% in fasce orarie impervie come il preserale proponendo programmi di cucina e fa capire come Real Time per evolversi non avesse bisogno di voltare le spalle al primo “core business” quanto piuttosto di usare il lifestyle come volano per raccontare altro. Del resto, non tutti sono arrivati su Real Time nello stesso momento per cui alcuni filoni considerati abusati per il pubblico della prima ora, per altri spettatori sono nuovi.
L’emotainment
La riscoperta del “vecchio gusto” non sarà comunque totalizzante nei palinsesti futuri di Real Time. Il canale sta volgendo lo sguardo ai sentimenti e all’emotainment. Da qui a un anno, nuovo progetto con Serena Rossi in partenza a breve, è la produzione più ambiziosa. In primavera debutteranno anche Hello Goodbye, con Pablo Trincia, e Obesity Center Caserta.
Dove sarà Real Time da qui a un anno?
1. RoXy ha scritto:
5 marzo 2018 alle 14:09