I Conti tornano e gli ascolti pure. Tutto è andato come doveva andare: come da copione. La prima puntata del Festival di Sanremo 2015 ha portato sugli schermi degli italiani uno show all’insegna della musica e dell’intrattenimento, secondo lo stile popolare e garbato del conduttore che ha richiamato davanti alla tv 11,8 milioni di persone (49,34% di share). Complice anche l’emozione per la serata d’esordio, il buon Carlo Conti si è mantenuto in perfetto equilibrio sulle disposizioni della scaletta e soprattutto ha lasciato spazio alle sette note, sin da subito. Il “ritorno alle origini”, ossia il ritrovato primato della musica, quest’anno ha riportato la kermesse ad un’essenzialità gradevole e ritmata, ma priva di veri e propri colpi di scena.
Forse stasera, con Charlize Theron e Conchita Wurst ospiti (ma ci saranno anche Antonacci, Nibali e Pintus) vedremo qualche guizzo in più rispetto ad una première festivaliera in cui gli imprevisti ed i fuori programma – da sempre il sale di Sanremo – sono stati i grandi assenti. Ieri l’unico sussulto l’ha procurato Alessandro Siani, il quale ha fatto il suo ingresso all’Ariston deridendo un bambino corpulento accomodato nelle prime file e ironizzando sull’aspetto di alcuni strumentisti. Come si poteva capire dal tenore di quelle battute, il comico napoletano non ha certo brillato per originalità ed estro. Le vallette Arisa ed Emma, sulle quali si concentravano gli obiettivi dei fotografi e le attese, hanno invece superato la prova ma al debutto non hanno lasciato il segno, se non nel coinvolgente duetto relegato a fine serata.
Di Rocio Munoz Morales per il momento possiamo solo apprezzare la disarmante avvenenza: al di là dei grandi sorrisi, l’attrice spagnola non ha infatti pronunciato interventi degni di nota pur mostrandosi spigliata. Stasera i suoi autori oseranno di più? Sicuramente promosse l’energica performance di Tiziano Ferro e l’attesa reunion tra Al Bano e Romina, avvenuta a 24 anni dalla loro ultima esibizione sanremese. D’accordo: la complicità tra due era quello che era (un po’ freddina, ma essi sono abituati al clima della grande madre Russia), però l’emozione di sentir intonare Felicità all’Ariston valeva il ‘prezzo’ del biglietto. L’esibizione è entrata di diritto nella storia della rassegna canora.
Il Festival 2015 è uno spettacolo che funziona pur senza strafare, che ha i tempi giusti ed uno stile riconoscibile, professionale, quello impresso da Carlo Conti. Anche a Sanremo il conduttore toscano è rimasto quello di sempre: scanzonato e popolare, mai sopra le righe. ‘Democristiano’, direbbe qualcuno applicando una metafora politica al presentatore meno politico di sempre. Questa vocazione pop ha sempre reso i suoi programmi un successo, ma la kermesse che va in scena all’Ariston è per sua natura eccezionale e richiede quindi un registro adeguato alla sua straordinarietà.
E’ evidente che il buon Carlo sia consapevole di questo: ieri sera più volte lo abbiamo visto sbracciarsi in direzione del pubblico, per coinvolgere la platea e creare empatia. Ora non gli resta che lasciarsi andare e contagiare le sue compagne d’avventura per adesso un po’ algide: solo così porterà a casa un risultato all’altezza delle aspettative. Un risultato che davvero Conti.
1. Bembo96 ha scritto:
11 febbraio 2015 alle 17:12