Capita spesso, magari traducendo le Tusculanae Disputationes di Cicerone o contemplando l’ultima pellicola estratta dal ciclo di Rosamunde Pilcher, che le palpebre inizino a cedere e che la vista si annebbi prenotandoci un biglietto di sola andata per un paese meraviglioso e inesplorato. Tranquilli, non si tratta del magico mondo di Narnia né tantomeno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ma di un posto dove divi e cinefili pascolano liberi e felici su un tappeto rosso, illuminato dai flash dei fotografi e circondato dalle pagine svolazzanti e bianche dei voyeur della porta accanto. In altre parole, parliamo della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La sensazione di trovarsi al posto giusto al momento giusto ci pervade la mente nel medesimo istante in cui attracchiamo al Lido della Serenissima e scorgiamo George Clooney in un angolo a versare caffè a due desperate housewives domandando “what else?”; imbattendoci in un nuovo horcrux ricercato da Daniel Radcliffe o salendo a bordo della scopa di Theodora, nemica giurata del Mago di Oz James Franco. In questo villaggio è possibile, inoltre, imbattersi in verità ben più tremende di quanto ci si aspetterebbe, scoprendo che il pornodivo James Deen contempli nel suo guardaroba non solo slip in ecopelle, ma anche smoking firmati o che la ‘bruttina’ Sandra Bullock nasconda, dietro a quel sorrisetto beffardo, un corpo da fotomodella e uno stacco di gamba di un chilometro e mezzo. E quelle passerelle, certe volte talmente tediose da bramare a gran voce il twerking di Miley Cyrus ai VMA 2013 per risollevarsi, riescono a regalare addirittura un panorama più suggestivo di quelli dipinti da Claude Monet, come la meravigliosa Scarlett Johansson.
Dopo essersi fatta perdonare dai ragazzini che la mattina avevano implorato un suo autografo e dai fotografi che l’avevano inseguita in laguna fino all’arrivo al Lido, Scarlett è lì, elegantemente semplice, a regalare ai comuni mortali il più grande spettacolo dopo il week-end. Dell’aliena dai capelli corvini e dalle labbra rosso fuoco di Under The Skin è rimasto ben poco. Ora è bionda, i capelli raccolti in un classico chignon e un vestito nero drappeggiato con l’immancabile scollatura protetta da un collier di diamanti e smeraldi. Certo, se nel nostro sogno facesse capolino anche il buon Diabolik la musa di Woody Allen dovrebbe preoccuparsi di qualcosa di ben più grave del non cadere dai tacchi, ma questa è un’altra storia. E cosa accadrebbe se, fra un incontro fortuito e un karaoke con Harry Potter, si potessero vedere anche dei film?Certo, tralasciando la necrofilia di Child of God di James Franco, il fallocentrismo di Moebius di Kim Ki-Duk e l’inconsistenza disarmante di Under the Skin di Jonathan Glazer, la maggior parte delle pellicole presentate sarebbero anche piacevoli. Pensiamo allo spettacolare Gravity con la strana coppia Clooney-Bullock, l’introspezione di Locke di Stephen Knight o Kill your darlings con il buon vecchio signor Potter…e poi? Il glamour, il fascino e l’emozione di una delle vetrine cinematografiche più longeve della nostra storia. Ormai il sogno sta per finire e, in men che non si dica, restiamo in balia dello stesso sentimento provato da Cenerentola poco dopo la Mezzanotte: senza più cocchio e senza più magia, ma con un meraviglioso sogno da custodire.
1. Nina ha scritto:
6 settembre 2013 alle 13:43