8
marzo

ENRICO BERTOLINO A DM: RAI 2 NON HA PIU’ IDENTITA’. LO DIMOSTRANO ANCHE GLI ASCOLTI DI BENIGNI

Enrico Bertolino

Enrico Bertolino

Enrico Bertolino sa come come riderci sopra senza perdere l’aplomb. L’aspetto più sorprendente della sua comicità, infatti, è proprio quello di riuscire ad affrontare con ironia anche gli argomenti più impegnativi, come la politica ed i suoi meccanismi. O come questa intervista, per dire. Da fine febbraio, il conduttore e cabarettista milanese è tornato in seconda serata su Rai3 alla guida di Glob Porcellum, programma dedicato all’attualità e al mondo della comunicazione, in onda il martedì e il mercoledì. Ad esso si aggiunge poi la puntata di Glob del venerdì, più ispirata dalla comicità. Questa sera, ad esempio, Bertolino ospiterà Ale e Franz, che parleranno di crisi, ricchezza e valori…

Enrico, ma nella situazione odierna ci sono ancora spunti per leggere l’attualità con un sorriso?

Gli spunti è necessario trovarli, perché altrimenti ci viene una sorta di depressione generale che non aiuta e che, anzi, rischia di generare delle conflittualità. Lo riscontro anche sui social network, dove ormai fare una battuta su un politico viene ritenuto fuori luogo e ti attira delle critiche. Io invece trovo più fuori luogo il cercare di fingere serietà davanti ad un Paese che negli ultimi vent’anni non è mai stato serio. Il fatto che oggi un comico sia diventato l’interlocutore privilegiato, ad esempio, è roba da film…

Ogni riferimento è puramente casuale… (sorridiamo, ndDM)

Beh, l’incontro tra Grillo e Obama non lo vedo così facile, e forse il Presidente Usa non sa nemmeno chi sia Bersani. Allo stesso modo trovavo imbarazzante vedere Berlusconi accanto ad Obama. Con Monti, invece, era come mandare un esecutore fallimentare… Prima la comicità era fuori dalla politica, poi quest’ultima ha fatto un’invasione di campo, e infine i comici si sono ribellati diventando a loro volta politici. Ma dovevamo aspettarcelo: ormai i politici stanno più nei talk televisivi che in Parlamento.

A Glob coniugate temi policiti ed ironia: cosa cerca il vostro pubblico?

Secondo me il pubblico si aspetta di sorridere, magari anche con un retrogusto amaro, per sdrammatizzare l’attualità. Noi, ad esempio, abbiamo ospitato degli editoriali molto diretti di Curzio Maltese. Anche se è rischioso, preferiamo dare spazio ad una diversa forma di confronto, piuttosto che dedicarci solo ad un talk accusatorio come accade nelle nuove gogne mediatiche, tipo Piazza Pulita e Servizio Pubblico.

In che senso parli di “gogne” mediatiche?Intendo dire che quei programmi vanno fatti così, perché sono nati per quello. Però l’approfondimento politico deve avere più sfaccettature e non può tradursi solo nell’invitare quattro persone e nel ‘processarle’, sennò diventa una Norimberga televisiva.

A proposito di Servizio Pubblico, a Glob Porcellum fate una parodia di Giulia Innocenzi. Come e perché è nata?

Innanzitutto perché abbiamo a disposizione una giovane imitatrice come Brenda Lodigiani. E poi perché secondo noi questa ragazza è diventata un’icona della sinistra e di un certo tipo di giornalismo, ma in realtà ci piacerebbe che venisse fuori il suo lato umano. Tempo fa, a Glob, intervistammo una Giulia Innocenzi aperta e con degli interessi giovani, che non giocava una parte come nella famosa puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi. In quel contesto sia lei che la Costamagna sembravano due veline serie, non delle giornaliste quali sono, e il Cavaliere se le è mangiate. Hanno fatto un processo mediatico con l’occhio di bue puntato, sembrava una forma di spettacolo. Poi, con un colpo di teatro, il principale imputato è diventato l’inquisitore.

Nella scorsa stagione ti abbiamo visto su Rai2, accanto a Miriam Leone, alla guida di Wikitaly. Il programma, però, non è stato premiato dagli ascolti: cosa non ha funzionato?

Sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa noi. Forse abbiamo sottovalutato sia il giorno di messa in onda sia la seconda rete, che ormai non ha più identità e lo ha dimostrato anche l’8% ottenuto da Roberto Benigni con Tutto Dante. Spero che con The Voice Rai2 riesca a trovare una collocazione giusta. Con Miriam Leone mi sono trovato bene, forse dovevo prepararmi diversamente io; pensavamo di rivolgerci ad un pubblico che ci riconoscesse ma non è stato così. Wikitaly è comunque un esperimento che rifarei, magari imparando dagli errori commessi.

In una intervista ti sei definito “l’ultimo dei non graditi a Berlusconi”, riferendoti alla pausa di due anni imposta a Glob nel 2010. Spiegaci meglio…

Ormai ci scherzo sopra, perché Berlusconi disse: “basta con Dandini, Gnocchi e quello lì, come si chiama? Ah, Bertolino”. Si scordò il mio cognome. Il mio contratto non fu rinnovato, e per me in un certo senso fu anche una fortuna, perché il programma andava rivisto. Io però mi sono sempre rifiutato di fare il martire di incatenarmi al cavallo della Rai, sennò mi avrebbero trovato ossidato come i lucchetti di ponte Milvio… (sorride, ndDM).

Possiamo dire che ora hai ’scippato’ la seconda serata di Rai3 a Fabio Volo?

No, perché Fabio aveva detto che non voleva occupare più quello spazio e poi Glob si è sempre alternato ad altri programmi; noi ad esempio finiremo ad aprile, dopo si vedrà. Volo in diretta l’ho trovato gradevole, forse aveva bisogno di un maggior accreditamento da parte del pubblico… Un po’ come accadde nella terza edizione di Glob, quella con Elena Santarelli, che fu a rischio chiusura.

Di recente sei tornato a calcare il palco di Zelig. Come giudichi la situazione della comicità attuale in tv?

Difficile, perché manca il laboratorio di selezione dei comici. La mia generazione aveva a disposizione dei locali di cabaret dove facevi lo scaldapubblico e poi, se andava bene, la serata. Da quando sono arrivati i contenitori televisivi come Zelig e Colorado, la comicità parte in tv e poi arriva in teatro, a volte con effetti devastanti su quest’ultimo. A Zelig torno sempre volentieri, perché trovo degli amici che mi sostengono anche nella mia onlus benefica Pititinga.org.

Abbiamo notato, anche su Twitter, che hai un particolare feeling con il nuovo direttore di Rai3 Andrea Vianello…

Penso che Andrea abbia l’opportunità di portare la sua esperienza di giornalista e le sue competenze di spettacolo. In tempo di crisi, Vianello ha dato fiducia alla nostra squadra autorale giovane e noi, da parte nostra, abbiamo ottimizzato al massimo le risorse a disposizione. Per ora i risultati ci sono, ed avere l’imprimatur della rete è importante. Anche se tra me e Vianello c’è una divergenza: lui è milanista, io interista…

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