Presa diretta gioca d’anticipo per non perdere la scia. Riccardo Iacona non va in letargo, abile osservatore di questa stagione televisiva che sta celebrando ancora una volta un buonissimo riscontro per la programmazione di inchiesta e di approfondimento di prima serata, memore della buona strategia di Formigli e Del Debbio, capaci di anticipare tutti con una riaccensione della lucina rossa prematura e molto partecipata. Di qui il lancio on line di una delle chicche di stagione, destinate a far parlare del programma.
Anche se tornerà fisicamente a padroneggiare la prima serata della domenica di Rai 3 solo dal 6 gennaio 2013, con un ciclo di dodici puntate, il giornalista della terza rete, che gioca a far staffetta con l’inaffondabile Report di Milena Gabanelli, ha diffuso in questi giorni un piccolo ‘antipasto’ dell’anno che verrà. Si riparte da L’Aquila, il capoluogo abruzzese tristemente noto per il terremoto e tornato alla ribalta per la sentenza choc a danno della Commissione Grandi Rischi.
Nel video diffuso in rete dalla redazione del programma viene proposto un estratto dell’intervista a Gianmario Benzoni, il direttore dell’unico laboratorio al mondo di simulazione dei terremoti. Lo staff di Presa diretta è volato fino a San Diego per chiedere lumi all’ingegnere sulla notizia diffusasi nella nostra cronaca riguardo alle possibili problematiche future nelle costruzioni antisismiche promosse dal governo Berlusconi nei mesi successivi all’emergenza di quell’aprile.
Come scriveva infatti Repubblica, in un articolo datato 30 ottobre 2012:
”Almeno duecento degli isolatori sismici a pendolo montati sui pilastri che sostengono i 185 edifici del progetto “C. a. s. e.” (Complessi antisismici ecocompatibili) sono destinati a sbriciolarsi se mai la terra dovesse tornare a tremare come quel 6 aprile. E quel che è peggio, nessuno è in grado di dire oggi – nemmeno la ditta che li ha prodotti e montati – quali strutture esattamente appoggino su quei pezzi fallati.”
Sacrosanto quindi che si apra un focus giornalistico sulla vicenda cercando di portare alla luce la verità, considerato anche il peso propagandistico che quelle case hanno rivestito nella storia italiana recente. Difficile stigmatizzare, anche da fuoco nemico, la scelta editoriale di ritornare in quei luoghi per provare a far guarire l’informazione da quel tipico vizietto dell’incompletezza e dello sbilanciamento: eccessiva invasione di campo nel momento caldo, in cui il valore notizia della drammaticità incalza, e poi totale indifferenza man mano che l’ordine si ricompone.
Tra i fuorionda grillini, le ‘mazzate’ della Gabanelli a Di Pietro e i ‘cattivi pensieri’ di Iacona la televisione d’inchiesta magnifica la sua funzione proprio nel momento in cui gli italiani mettono da parte la proverbiale indifferenza e si scoprono segugi desiderosi di scovare inefficienze, scandali e truffe ai danni della loro fiducia, ma soprattutto delle loro tasche.
1. Marcourli ha scritto:
15 novembre 2012 alle 23:28