
1
febbraio
«Presa Diretta» sul Covid: le falle della sanità pubblica aprono la nuova stagione

Presa Diretta
L’emergenza Covid e le criticità dei sistemi sanitari regionali sono ormai un piatto forte delle trasmissioni d’inchiesta di Rai3. Un argomento irrinunciabile. Dopo le inchieste svolte sul tema da Report, toccherà a Presa Diretta, proseguire il filone d’indagine giornalistica. La trasmissione condotta da Riccardo Iacona ripartirà questa sera – 1 febbraio – in prime time con un nuovo ciclo di otto nuovi appuntamenti dedicati ad alcune problematiche d’attualità economica e sociale.
Ad aprire la stagione, però, sarà come anticipato il tema sanitario. Con l’inchiesta “C’era una volta la sanità pubblica” la trasmissione proporrà un viaggio in Lombardia e in Calabria per capire perché la seconda ondata di Covid ha colpito più della prima e cosa non ha funzionato. Come a marzo dello scorso anno, anche in questi ultimi mesi i Pronto Soccorso e gli ospedali sono stati presi d’assalto, i medici e gli infermieri sono stati costretti a lavorare sotto organico: “abbiamo visto un modello sanitario inciampare negli stessi errori della prima ondata della pandemia” anticipa la redazione di Presadiretta, che tenterà di stabilire se si evitare questo secondo disastro.
La trasmissione di Iacona si soffermerà poi sul “modello lombardo“, che – sostengono i giornalisti di Presadiretta – ha incentivato la sanità in convenzione e trascurato la medicina del territorio. Verranno presentate le storie dei medici di base che provano a fare rete, quelle dei dirigenti sanitari e degli amministratori locali e la reticenza della politica. E poi l’intervista all’ex direttore dell’Ospedale di Alzano Lombardo, testimone chiave nell’inchiesta per epidemia colposa in Val Seriana avviata dalla Procura di Bergamo.
PresaDiretta ha infine attraversato la regione Calabria dove, dopo 11 anni di commissariamento la sanità regionale è in ginocchio e indebitata come prima. Un viaggio tra storie che denunciano l’impossibilità di screening e cura delle malattie oncologiche, l’assenza della medicina del territorio, il pendolarismo sanitario al quale sono obbligati i cittadini calabresi che non hanno la possibilità di pagarsi le cure in privato, i cantieri dei nuovi ospedali fermi da anni, il grande progetto delle Case della Salute già finanziato ma mai decollato.


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