Nell’impresa di far incontrare due perfetti sconosciuti e portarli all’altare, in Italia ci è riuscito uno show non proprio deputato a far scoccare scintille d’amore; parliamo, come molti sapranno, della seguitissima quarta edizione del Grande Fratello, in cui nacque l’amore fra Ascanio Pacelli e Katia Pedrotti, convolati a nozze una volta usciti dalla casa più spiata del tubo catodico.
C’è il padre di tutti i reality, dunque, e poi c’è Uomini e Donne, che con la sua liturgia di rose rosse, poltrone, esterne ed eliminazioni, poche volte riesce a centrare il bersaglio, sotto lo sguardo di una mai stanca Maria, accovacciata da anni sulle scale dalle quali scendono pretendenti al tronista (e al trono) di turno, che ha visto, indubbiamente, più storie con rottura che con lieto fine. E così, se a Dicembre scorso l’ex-tronista Giorgio Alfieri e Martina Luciani, la sua corteggiatrice poi divenuta convivente, hanno dato alla luce la prima figlia del reality Defilippiano, la piccola Asia, tutti gli altri stanno ancora a guardare, in un balletto di discese (dalle scale) e sedute (sui troni e sgabelli vari) che sembra dimostrare quanto poco il dating-show possa servire ai cuori solitari. Non la pensano così in India, dove è terminato ieri sera il seguitissimo Rakhi ka Swayamvar, reality in cui la star del cinema Bollywoodiano Rakhi Sawant si è messa alla ricerca del suo futuro marito fra 12.515 contendenti.
Sono bastate 26 puntate alla bella attrice per effettuare la giusta scrematura necessaria allo scopo, auditel o matrimonio che fosse, e alla fine la scelta è stata fatta, con tanto di promessa di celebrare il rito sotto l’occhio impietoso delle telecamere. E poche puntate sono bastate anche per sollevare il polverone delle polemiche, in un paese in cui i matrimoni sono ancora in gran parte combinati dalle famiglie, anche attraverso annunci sui giornali che poco hanno di romantico e molto di pragmatico. Ma gli inviti al boicottaggio da parte dei fondamentalisti indù non sono serviti a fermare il voyeurismo del pubblico, troppo coinvolto ad assistere al gioco, emancipato e sovversivo, in cui ad una donna viene data l’opportunità di scegliere. Scelta, dunque libertà. Temi che probabilmente hanno dato, da ambo i lati, spettatori e detrattori, un senso all’esistenza di uno show che nel nostro paese è già bollato come qualcosa che non fa più notizia.
Un senso, quello che probabilmente dovrebbe cercare anche la televisione italiana, in misure e modalità adeguate alla nostra cultura; per mettere la nostra stessa apertura mentale in gioco, per trasgredire parlando dei nostri tempi, per rischiare mischiando provocazione e racconto di ciò che ancora stupisce. Perchè se Uomini & Donne ha portato la parola “tronista” nel nostro vocabolario, e la sigla “rvm” nel nostro linguaggio quotidiano, Rakhi ka Swayamvar ha portato in India una discussione, che fosse polemica o poco conforme alle tradizioni poco ci interessa in questa riflessione, su libertà, emancipazione e ruolo della donna. Come se il balletto di sali e scendi dai troni nostrani potesse mettere in discussione valori e tradizioni radicati nel balpaese. Come se esterne, baci, e rotture plateali fossero ancora in grado di scandalizzare, di avere un perchè in grado di valicare il puro intrattenimento.
In India i quotidiani raccontano lo scandalo, in Italia i giornali di gossip fagocitano coppie e cuori infranti, inventando storie che possano ogni anno alimentare il sistema ben noto, oleando una macchina che ancora funziona. Come dire? Ad ognuno il suo.
1. Mari 611 ha scritto:
3 agosto 2009 alle 17:55