La “belva” Francesca Fagnani “fa domande ma non dà risposte”. E’ la provocazione che da giorni Striscia la Notizia porta avanti in merito alla presunta pubblicità occulta e a una possibile violazione delle norme deontologiche da parte della giornalista, che nel suo programma su Rai 2 ha indossato gioielli riconducibili ad un noto marchio. Lei si è difesa, sostenendo di non ricevere un euro per quello che indossa in onda. Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, non approva comunque:
“C’è una violazione dell’articolo 10 del Testo unico dei doveri del giornalista che vieta ai giornalisti di prestare nome, voce e immagine per iniziative pubblicitarie. Ho segnalato tutto al collegio di disciplina“
dichiara a Striscia (il servizio andrà in onda questa sera su Canale 5). Lo stesso D’Ubaldo accosta il caso Fagnani a quello che coinvolse Lilli Gruber:
“Siamo davanti a un caso analogo a quello che si è verificato lo scorso anno con una collega iscritta al nostro ordine. In quel caso il collegio di disciplina la sanzionò con un avvertimento. In questa situazione in più c’è un’intervista della collega in cui ammette di indossare degli orecchini riconducibili a un marchio”.
Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio si riferisce alla video-intervista a Vanity Fair, pubblicata a maggio dello scorso anno sui social (e frutto di una collaborazione pubblicitaria tra magazine e azienda), in cui la Fagnani parlava apertamente del marchio. La conduttrice, nei giorni scorsi, a Striscia ha dichiarato di non vedere nulla di sbagliato nell’indossare a Belve costosi monili che, ha aggiunto, riceve gratuitamente e poi restituisce. D’Ubaldo, però, precisa che anche quella è una pratica non ammessa:
“No. Non si può fare, perché è sempre una forma di pubblicità“
dichiara all’inviato Pinuccio, aggiungendo che “dobbiamo cercare di essere credibili e rispettare il codice dei giornalisti. Spero che non dia un messaggio sbagliato, perché abbiamo sanzionato dei giovani colleghi che attraverso i propri profili social avevano fatto pubblicità come influencer”. E alla conduttrice che aveva sostenuto che “tantissimi giornalisti professionisti sono contrattualizzati con i brand” dice:
“Se lei sa che esistono situazioni di questo genere forse è bene che ce le segnali. Purtroppo molti giornalisti, anche importanti, non conoscono le Carte dei doveri“.