
4
settembre
E’ giusto che i ruoli italiani siano affidati agli stranieri?

Pierfrancesco Favino nei panni di D'Artagnan
Pierfrancesco Favino ha lanciato l’allarme. Dal Festival del Cinema di Venezia, l’attore ha tuonato contro Ferrari e gli altri film in cui personaggi italiani vengono interpretati da attori americani. “Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano?” ha tuonato parlando di tema di appropriazione culturale.
Un’uscita da molti giudicati eccessiva, per qualcuno anche grottesca, che però suscita una riflessione. Se noi ci rapportiamo al politicamente corretto imperante in America, attento sui temi dell’appropriazione culturale (fecero notizia, ad esempio, le scuse di Alison Brie per aver doppiato un personaggio d’origine vietnamita in Bojack Horseman), allora Favino non ha torto. Tuttavia, in Usa, spesso si è raggiunto il paradosso, da cui ci auguriamo di stare alla larga, e l’attenzione massima riguarda le minoranze e popolazioni storicamente oppresse o discriminate.
D’altro canto, se è vero che l’assenza di attori italiani in film a stelle e strisce, che raccontano personaggi nostrani, mina la loro credibilità e accuratezza, è altrettanto vero che sarebbe utopistico ma anche controproducente il contrario. Del resto sono film americani, storie italiane sì ma che gli americani vendono agli americani. Forse siamo noi che dovremmo trattarli con sufficienza senza stendere tappeti rossi. Per un italiano è stato comico House of Gucci ma lo è stato anche al di fuori dei nostri confini? Inoltre su grandi pellicole pesano delicate decisioni di marketing: la scelta di un attore influenza direttamente il botteghino e i cast diventano condicio sine qua non alla realizzazione dell’opera cinematografica. Ad oggi nessun attore italiano avrebbe l’appeal, e in molti casi anche la conoscenza dell’inglese o il talento, per essere protagonista di un blockbuster. Il fare sistema, invocato da Favino, andrebbe accompagnato anche da un mea culpa. Sarebbe poi auspicabile che in America scegliessero un attore italiano perché bravo e amato e non perché italiano. Citiamo pure Matilda De Angelis che, nella serie The Undoing, interpreta una latina.
Rapportandoci al contesto nostrano, siamo i primi a non cercare necessariamente attori stranieri per personaggi non italiani. Nel 2018 Pierfrancesco Favino ha interpretato D’Artagnan in un film tutto italiano sui Tre Moschettieri, diversi anni fa aveva dato vita, invece, ad un Apostolo. Se vogliamo radicalizzare il concetto, poi, non è il neanche il massimo che su personaggi simbolo italiani non ci sia corrispondenza tra regione di provenienza dell’attore e regione del personaggio. In questi casi spesso con orgoglio si sottolineano lo sforzo nell’imparare accento e dialetto, dopotutto il mestiere dell’attore è anche quello. Bisognerebbe ricordarselo.


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3 Commenti dei lettori »

si, non essendo gli attori italiani capaci di recitare.
anzi: nonoessendogliattoritalianicapacidirecitareeeEEEEE (come reciterebbero appunto tutti gli attori italiani di fiction).


2. Lorenzo78 ha scritto:
In linea di massima potrebbe essere un concetto giusto ma una produzione americana non sceglierà mai come protagonista un attore italiano sconosciuto, questo è ovvio.
E poi allora rientriamo anche nella solita discussione che solo un attore omosessuale può interpretare un personaggio omosessuale? Eppure Favino ne ha interpretati di personaggi omosessuali.


Sono parzialmente d’accordo con l’immenso Pierfrancesco Favino, tra gli unici attori capaci di recitare. I nostri attori sono giusto giusto per le belle fiction alla sera da godersi in famiglia ma niente di più. Poi ci sono gli attori non valorizzati (caso di Giuliana De Sio, che recentemente si è lamentata delle vergognose proposte offerte). E infine gli attori che si sono montati la testa. Però c’è anche un punto di forza negli attori italiani tra i quali Simona Tabasco e Sabrina Impacciatore, prossime agli Emmy, Fortunato Cerlino (La Casa di Carta), Luca Marinelli (varie produzioni statunitensi) e Matilda Lutz …

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1. blip ha scritto:
4 settembre 2023 alle 13:12