
22
settembre
Il sorprendente debuttante del Prisma di Prime Video

Prisma - Mattia Carrano
In geometria un Prisma è un poliedro formato da due poligoni paralleli e uguali, che ne costituiscono le basi, avente come facce laterali dei parallelogrammi, in numero pari al numero di lati del poligono di base. Nell’omonima serie Prime Video, disponibile da oggi con i suoi otto episodi, le basi del prisma sono i due gemelli Marco e Andrea, così simili d’aspetto, che proiettano sui lati tutte le loro possibili e celate identità.
Prodotta da Cross Productions di Rosario Rinaldo, Prisma è diretta da Ludovico Bessegato, già dietro la macchina da presa di Skam Italia. E, in perfetta continuità con essa, racconta la generazione Z in tutta la sua complessità, porgendo particolare attenzione a tutte quelle fragilità che spesso i ragazzi si vedono costretti a tacere, per non deludere gli altri o semplicemente se stessi.
Andrea e Marco hanno caratteri molto diversi e diversi ruoli nel gruppo sociale al quale appartengono, ma grattando la superficie tutto si può capovolgere. Il primo, scapestrato e ben inserito, è la pecora nera della famiglia, bocciato dopo essere stato sorpreso a spacciare a scuola e all’apparenza molto sicuro di sé, quando in realtà è innamorato di un suo compagno e “cliente”, con il quale intrattiene una chat su Instagram fingendosi una ragazza; l’altro è nuotatore provetto e timidissimo, che si sforza di essere forte per fare da guida al fratello ma trova proprio in lui la sua più grande debolezza.
Intorno a loro, un universo di personaggi vari, che incarnano i peggiori e migliori cliché sui giovani d’oggi, portandone in scena la confusione e la difficoltà di vivere in una società ormai priva di schemi, nella quale sembra di poter essere tutto e il contrario di tutto. In un mix di sfumature che vedono di volta in volta sbiadire e accentuare i colori base di ciascuno, che danno il titolo agli episodi.
La serie, spinta da un’ottima fotografia, da un canzone di Achille Lauro perfettamente nel mood e da un ritmo a tratti ansiogeno, va seguita con cura e attenzione, senza distrazioni di sorta, perchè l’uso continuo dei flashback (con data segnalata, per fortuna) stratifica il racconto in più piani, tra i quali è possibile perdersi.

Prima - Mattia Carrano nei due ruoli
Ottimo il cast di giovanissimi, tra i quali spicca l’esordiente Mattia Carrano, protagonista nel duplice ruolo dei gemelli. Una sfida non da poco, che può dirsi assolutamente vinta, perchè Carrano riesce a dare ad ognuno dei due un’anima diversa, partendo dallo sguardo ed arrivando alla postura, proprio come fece Leonardo Di Caprio ne La Maschera di Ferro. E il paragone sarà forse un po’ azzardato, ma dà l’idea del suo promettente talento.


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1 Commento dei lettori »

Il film di Di Caprio si chiama “maschera di ferro” 🤦♀️. No comment…

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1. Vanessa ha scritto:
22 settembre 2022 alle 18:54