“Report ha ottenuto chissà come e dato in pasto a due milioni di spettatori la mia posta elettronica“. Alessandro Giuli, dalle pagine di Libero, si è scagliato contro la trasmissione d’inchiesta curata da Sigfrido Ranucci, che nella più recente puntata lo ha coinvolto in un servizio sulla Lega rendendo noto un suo scambio via mail con l’avvocato varesino Andrea Mascetti (al quale il programma aveva fatto le pulci). Il conduttore di Report, a stretto giro, gli ha però replicato.
“Il mio nome è apparso in quanto nel 2017 avevo inviato per email al senatore Siri una bozza del programma culturale della Lega, da me scritto insieme ad altre persone, sottolineando che essa era stata ’supervisionata da Mascetti’ (…) L’aspetto grave, e secondo me dotato di rilevanza penale, è che Report tre anni dopo abbia ottenuto chissà come e dato in pasto a due milioni di spettatori la mia posta elettronica, senza avvertirmi preventivamente, con una chiara violazione della privacy. Mi sono sentito indifeso, spiato e mi sono chiesto cosa c’entrasse tutto ciò col diritto di cronaca. E mi chiedo ancora: ma chi gliel’ha data a quelli di Report la mia corrispondenza privata? E perché l’hanno resa pubblica, peraltro decontestualizzata, in un modo così gratuito e obliquo?“
ha attaccato stamane l’ormai ex conduttore di Seconda Linea (talk show di Rai2 sospeso e in attesa di un’eventuale riprogrammazione), purtroppo colpito dal coronavirus ed ora convalescente. Il giornalista aveva inoltre precisato di voler valutare, assieme al proprio avvocato, tutte le soluzioni che potessero tutelarlo.
Non si è fatta attendere, però, la replica del conduttore di Report Sigfrido Ranucci, il quale ha difeso l’operato della propria trasmissione d’inchiesta, negando di aver compiuto violazioni.
“Report non ha compiuto alcuna operazione di hackeraggio, ci mancherebbe. La mail di Alessandro Giuli non è stata violata. Si trova sul database del consorzio di giornalismo investigativo O.C.C.R.P di cui Report è partner. Non sono state riportate conversazioni di natura privata né i testi presenti nella mail. Neppure pubblicato l’indirizzo. Abbiamo dato un’informazione di interesse pubblico fino a oggi sconosciuta e reperibile solo in quel contesto: abbiamo detto che Giuli aveva scritto il programma culturale della Lega in previsione della campagna elettorale, un programma che aveva al centro la sacralità del simbolo del sole delle Alpi e che era stato supervisionato da Andrea Mascetti“
si legge in una dichiarazione di Ranucci all’AdnKronos. Il giornalista, alludendo probabilmente al fatto che il collega sia da tempo nel cast di alcuni programmi Rai d’informazione, ha poi aggiunto:
“Si tratta di una notizia che riguarda un partito, il suo programma culturale e anche l’azienda pubblica culturale più importante del Paese, come la Rai. Mi spiace che l’interlocuzione con un collega sia avvenuta attraverso organi di stampa“.
Per il momento, nessuna contro-replica da parte di Giuli.