“Pesa quello che scrivi perché c’ho gli avvocati pronti per tutti“. L’imbarazzante sfuriata contro la “nana di merda”, a quanto pare, non gli era bastata. Forse serviva qualcosa di più forte. E così Flavio Insinna ha sbroccato di nuovo, stavolta prendendosela con un giornalista, il collega Massimo Galanto. A margine della conferenza stampa di Prodigi, la trasmissione di Rai1 organizzata da Unicef, il conduttore si è lasciato andare ad uno sfogo che suscita alcune amare considerazioni, e che di certo non giova ad una reputazione già messa a dura prova dai contenuti dei fuori onda svelati da Striscia la Notizia.
Come documentano alcune immagini, già durante un’intervista che gli veniva rivolta, Insinna aveva accusato il giornalista di “portare sfiga” agli ascolti delle sue trasmissioni (caspita, che fine analisi!) e lo aveva liquidato con freddezza. Ma il bello – anzi, il brutto – doveva ancora arrivare. Poco più tardi, ha raccontato Galanto, il conduttore gli si è avvicinato rivolgendogli parole dure e rimproverandolo di avergli dato del vecchio e del riciclato (espressioni che il collega assicura però di non aver mai utilizzato).
Nemmeno il tentativo di pacificazione avanzato da un rappresentante dell’Unicef ha però calmato gli animi. In un video, infatti, si vede Insinna che – dopo aver stretto la mano al giornalista – lo saluta così:
“Questa è l’ultima intervista della mia vita con te però va bene così. Alla grande. Oh, pesa quello che scrivi perché c’ho gli avvocati pronti per tutti. Guarda, ci siamo salutati definitivamente, grazie, per sempre“.
E allora no, qui non ci siamo proprio. L’attore, che a Cartabianca sussurrava bonario di voler vivere in un Paese gentile, stavolta ha tradito quelle sue stesse parole, sulla cui sincerità è a questo punto lecito nutrire un solido scetticismo. Ed ancora più insopportabile è il fatto che abbia scomodato la minaccia di avere “gli avvocati pronti”, vecchia e pure vile formuletta che torna sempre comoda quando si vogliono mettere alle strette o intimidire i giornalisti e la critica televisiva. Soprattutto quella che trova libera espressione sui siti web specializzati, senza grosse coperture economiche alle spalle. Chissà perché, invece, coi grandi gruppi editoriali e con le loro firme – sempre meno appuntite e sempre più gentili (quelle sì) – l’approccio è spesso più ossequioso.
Parliamoci chiaro: se le critiche superano i limiti consentiti dalla legge è legittimo querelare chi le formula. E anche Insinna ha ovviamente pieno diritto a farlo. Diversamente, agitare lo spettro di un’azione legale quando non ve ne sono gli estremi è una vigliaccata che danneggia chi la commette consapevolmente e chi la riceve.
Sull’accusa, rivolta al giornalista da Insinna, di “portare sfiga” soprassediamo: si commenta da sola e lascia pure una certa amarezza. Se già i fuori onda di Striscia la Notizia ci avevano autorizzati a sospettare dell’occasionalità di certi suoi atteggiamenti, stavolta Insinna si è davvero tirato la zappa sui piedi, mandando peraltro all’aria i tentativi di riabilitazione che la Rai gli aveva offerto dopo la figuraccia degli insulti ad una concorrente di Affari Tuoi.
Ci auguriamo che il conduttore si scusi con il collega, unico epilogo auspicabile per un episodio che definire spiacevole è forse poco.
1. gio77 ha scritto:
16 novembre 2017 alle 13:05