Come ormai noto, i RIS del piccolo schermo stanno per perdere il capitano Venturi, sostituito in vista della nuova stagione da Euridice Axen, pronta a vestirne i panni, o meglio la divisa.
Eppure, per Lorenzo Flaherty c’è ancora tempo di un’ultima indagine con la squadra dei RIS, eccezionalmente arrivata sul set di Intelligence per dare una mano a Raoul Bova e colleghi sulla scena di un delitto che sarà al centro delle vicende della quinta puntata della fiction di Taodue, in onda stasera su Canale 5 alle 21:10. Così Intelligence – Servizi & Segreti, entra nella storia della serialità Made in Italy, non soltanto come produzione più costosa mai realizzata (20 milioni di Euro per 36 settimane di riprese), ma anche come prima serie del bel paese ad ospitare un crossover, ovvero l’incontro fra i protagonisti di due produzioni diverse in uno dei due serial, tanto in voga negli Stati Uniti.
E proprio negli States i crossover più apprezzati si sono rivelati essere ambientati nell’ambito investigativo: si sono incontrati per unire le proprie forze e il proprio intuito, infatti, Gil Grissom (William Petersen) e Jack Malone (Anthony LaPaglia), protagonisti rispettivamente di CSI e Senza Traccia; ha fatto lo stesso anche Scotty Valens (Danny Pino) di Cold Case, giunto sul set, e nella trama, di CSI: New York per indagare su un delitto irrisolto da dieci anni. E come non citare il triplo crossover previsto per il prossimo novembre? In tre puntate speciali, infatti, i detective protagonisti di CSI Miami, Las Vegas e New York lavoreranno ad uno stesso caso, realizzando un incrocio fra serie televisive senza precendenti che, siamo sicuri, avvicinerà i fan e sbancherà gli ascolti.
Così l’Italia si adegua al trend delle indagini incrociate e porta la squadra dei RIS di Parma, in Emilia Romagna ancora per poco prima di spostarsi nella capitale per la prossima stagione, ad indagare in un’altra serie; a “muoversi”, infatti, non sarà soltanto Flaherty, ma anche i suoi colleghi Ugo Dighero e Fabio Troiano, interpreti del maresciallo De Biase e del tenente Ghirelli.
Un primo esperimento in grado di portare la fiction nostrana su un livello più vicino agli standard americani, tanto osannati a livello internazionale, o un caso isolato da aspettarsi soltanto in produzioni record come Intelligence? Per adesso l’Italia ha scelto di seguire un filone, nella speranza che la nostra serialità somigli sempre di più a quella che prende ad esempio, tenendo parallelamente presente anche la giusta dose di originalità che ci contraddistingue e rende i nostri prodotti adatti al nostro pubblico.
1. six ha scritto:
19 ottobre 2009 alle 17:47