Molti l’hanno pensato, Luca Zanforlin l’ha scritto gridando a squarciagola il suo sdegno per l’ennesima scelta discutibile di Domenica Cinque che riunisce anche questa settimana i suoi ospiti per parlare di Marco Simoncelli, a funerale già concluso e dopo mille fiumi di inchiostro, opportuni o meno, sul tragico incidente al Sic.
‘Sto vedendo canale 5 in questo momento e mi viene naturale gridare lo sdegno su chi voglia fare “buona televisione” parlando ancora di Marco Simoncelli.. Questi signori non hanno capito nulla della lezione di vita che la famiglia Simoncelli ha dato a tutti noi e alla tv compresa.. solo una parola che schifo! Marco vorrebbe gioia e musica se fosse ora davanti alla tv!! Non sto fintume!!’
Pochi minuti dopo le 15 l’autore di Amici e fedelissima spalla di Maria De Filippi in barba alla diplomazia di rete usa il social network per mandare un messaggio inequivocabile all’infotainment Videonews e ai coinquilini di palinsesto. Immediata la solidarietà degli amici virtuali con un post che di minuto in minuto si riempie di assensi e gradimento alla riflessione di Luca.
Forse eccessivo ma Zanforlin non ha tutti i torti. Nello spazio di Claudio Brachino c’è Barbara Palombelli che non si smentisce mai pontificando, con quel suo poco efficace disquisire astratto, sullo spettacolo della morte in televisione che allude ad una sorta di piacere per la violenza dei telespettatori incollati alla televisione per vedere la Moto Gp.
C’è la testimonianza della fidanzata di Sic ritagliata e incollata ad hoc nel dibattito in un’atmosfera di quasi accanimento. La retorica del dolore che invoca rispetto e santifica ma che non tace davanti a un momento drammatico di sport che ha ben poco da commentare. La morte, il grande rimosso della società contemporanea, fa capolino con quell’aura da salotto che non piace e che non porta a nulla.
Simoncelli, come un nuovo paragrafo del capitolo tv del dolore, una parentesi nei discorsi di Michele Misseri. A questo abbiamo assistito e grazie allo spunto offerto da Zanforlin, invochiamo tatto e silenzioso rispetto condannando il protagonismo da funerale, gli zoom sulle condoglianze, ai puzzle di dichiarazioni e di messaggi da requiem ad effetto.
1. luke ha scritto:
30 ottobre 2011 alle 18:16