18
aprile

THE VOICE E LE BATTLES FRATRICIDE

Raffaella Carrà

Prima li metti al mondo e poi li abbandoni; prima li scegli amorevolmente e poi infrangi il loro sogno di gloria; prima giri la poltrona e poi gli volti le spalle. Potrebbe riassumersi così il meccanismo dei duelli fraticidi delle Battles di The Voice: una vittoria, ma soprattutto una perdita per ciascun Team. Si, perché se prima gli elogi e la promessa del “fare grandi cose insieme” scorrevano a iosa, ora, a farla da padrone, è solo il tarlo dell’indecisione e l’imbarazzo di spezzare le ali proprio al pulcino salvato dal nido dell’anonimato e dall’esclusione nel pieno delle Blind.

I coach lo sanno bene e, fra una triste battuta di Troiano e il tintinnio del ring, cercano di indorare, per quanto possibile, la pillola ai propri discepoli, allenati con tanto amore e tanto impegno prima di salire sul palco per giocarsi la loro grande occasione. E, se da una parte le versioni delle canzoni scelte rischiano di rovinare l’appeal e l’anima dell’originale come nel caso di “Luce”, responsabile dell’inaspettata rottura delle acque di Elisa al momento dell’ascolto da casa, dall’altra i concorrenti osservano il proprio coach con gli stessi occhioni del Gatto con gli Stivali di Shrek, sperando che la propria performance sia valutata migliore di quella del duellante. E così, mentre Raffaella Carrà continua a “tremare”, Noemi continua ad arricciarsi il codino penzolante che sembra il cordone ombelicale di Santiango De Martino e Pelù elargisce perle di sadico umorismo, Riccardo Cocciante si mostra, ancora una volta, il più equilibrato nei giudizi e nelle scelte.

..:: THE VOICE – LE FOTO DELL’ULTIMA DI BATTLES ::..

Mentre i colleghi lo biasimano scambiandolo per un “bambolotto tenerone” incapace di scegliere il proprio candidato se non con la stessa velocità sfoggiata da Goku nel raduno dell’energia sferica, il Maestro continua a non scomporsi, a valutare il perfezionismo e l’energia dei cantanti con giudizio e competenza, come nel caso di Francesco Monti, vincitore della sfida contro Gabriella Iandolo. La Raffa (qui il suo team), invece, malgrado cerchi di rintracciare tecnicismi ed errori timbrici evidentemente a lei estranei, continua a essere vittima dell’emozione e dell’appeal più promettente con il concorrente di turno, come nel caso del ricciolone Emanuele Lucas, eletto ormai come suo Conte Vronskij personale. “A Carramba non piangevo mai e a The Voice piango? Com’è sta storia?!” s’interroga insistentemente il caschetto biondo.

A non destare particolari sorprese è Piero Pelù (qui il suo team) e la sua verve incontrollabile e palpitante. Sebbene in fase di Blind abbia sfoggiato sicurezza ed energia da vendere, nelle Battles non riesce a imprimere un’orma così forte e indelebile, schiavo anch’egli dell’indecisione cronica e di una sofferta partecipazione con i duellanti graticolati al suo cospetto. Più sicura e distesa appare, finalmente, Noemi (qui il suo team) che riesce a divertirsi e a selezionare i concorrenti con il sorriso e in piena tranquillità, evitando di cedere alla lacrima facile o all’estrema consolazione dell’eliminato dal turno.

Come abbiamo spesso rilevato, le Battles non sono riuscite ad emozionarci fino in fondo, ma “le live”, come ha avuto modo di definirle Troiano, sono ormai alle porte e i sensi di colpa e gli incoraggiamenti fine a se stessi sono ormai un lontano ricordo. Che i candidati si armino fino ai denti e che la Voce venga fuori!

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4 Commenti dei lettori »

1. gianni ha scritto:

19 aprile 2013 alle 00:44

le battle sono un pò noiose rispetto alla prima fase, speriamo nel live.



2. Matto ha scritto:

19 aprile 2013 alle 01:12

L’ultima Battle è quella che mi è piaciuta di Più e per adesso c’è una donna per ogni team che meriterebbe la finale…



3. Lami ha scritto:

19 aprile 2013 alle 12:09

…il “codino penzolante” di Noemi è un dreadlock…. :(



4. Nina ha scritto:

19 aprile 2013 alle 12:17

Il codino penzolante di Noemi fa orrore! Ma chi glielo fa fare a tenersi quella schifezza?



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