29
maggio

ATTENTATO DI BRINDISI: ECCO IL VIDEO DEL KILLER. GLI AMICI DI MELISSA CONTRO LA TV DEL DOLORE

Sky Tg24, il presunto attentatore di Brindisi

Eccolo, il «bastardo». Si aggira nei pressi dell’Istituto ‘Morvillo Falcone’ di Brindisi, va avanti e indietro. Poi estrae dalla tasca quello che sembra essere un telecomando e stende il braccio, come ad azionare un innesco. Ieri sera, nell’edizione delle 22, Sky Tg24 ha trasmesso in esclusiva un filmato che ritrae il presunto esecutore dell’attentato costato la vita alla giovane Melissa Bassi lo scorso 19 maggio. Le immagini sono a disposizione degli investigatori e ora anche i telespettatori possono vederle integralmente, dopo che ne erano stati divulgati solo dei fotogrammi.

Conoscendo vizi e virtù del piccolo schermo, ci domandiamo come quelle sequenze potranno essere riprese dai programmi che usano il racconto della cronaca come un semplice pretesto. Già ci sembra di ascoltare le disquisizioni dei soliti tuttologi del crimine accomodati negli studi televisivi. Qualche 007 da salotto azzarderà interpretazioni, cercherà indizi e prove schiaccianti. Altri ricorderanno “la piccola Melissa” mostrandosi al pubblico col faccino triste.

Del resto, anche in queste settimane, è già capitato che l’episodio di Brindisi fosse raccontato con uno stile tipico della tv del dolore. E i primi a ribellarsi a questa tendenza sono stati i coetanei di Melissa, che sono scesi in piazza a ricordare la loro amica e per guardare negli occhi il futuro, senza paura. Sabato, nei pressi della scuola Morvillo-Falcone, si è tenuto un corteo dal quale si sono levate voci contrarie alla speculazione sulla tragedia che certa tv avrebbe commesso.

Voi della tv speculate, ora state zitti e ascoltate” si leggeva su uno striscione, come riportato da Adnkronos. Gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto ai cronisti di occuparsi della reazione coraggiosa dei giovani brindisini e non solo delle “esclusive” ad ogni costo. Un rappresentante dell’Arci, intervenuto dal palco, ha invitato i telegiornalisti a smetterla con le interviste ai mafiosi.

Il riferimento era a certe trasmissioni che con l’intento di stanare i colpevoli hanno spedito i loro inviati a raccogliere le dichiarazioni di personaggi in odore di Sacra Corona Unita. I ragazzi di Brindisi, però, parlano un linguaggio diverso e giustamente vogliono farsi sentire dalla ‘illustre ed onorata’ società che vive col televisore acceso. Alla retorica del dolore preferiscono il ricordo di Melissa, ai fantasmi del passato antepongono la speranza di un futuro migliore. Mica poco: questo è il loro vero scoop.

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6 Commenti dei lettori »

1. Nina ha scritto:

29 maggio 2012 alle 13:11

Bravi ragazzi è importante che ve ne rendiate conto. In questo caso i “grandi” dovrebbero prendere esempio e smetterla con la sciocca esibizione di se stessi che esercitano in ogni occasione. Anche con il terremoto i giornalisti ci stanno marciando di brutto. Ad esempio su Sky hanno fatto affermazioni del cavolo tipo “i bambini non sanno come giocare”. Ma per piacere, la tendopoli è una delle esperienze più importanti per i bambini, la ricorderanno con gioia da grandi.



2. MisterGrr ha scritto:

29 maggio 2012 alle 13:23

Sono sconcertato. Bravissimi ragazzi.



3. Pippo76 ha scritto:

29 maggio 2012 alle 14:43

Io non credo che le tendopoli qualcuno possa accogliere con gioia, neanche da bambino rispetto ad una casa ed alla sofferenza dei genitori.

Il riferimento dei ragzzi non era rivolto solo alle televisioni ma anche a certa carta stampata che ha sbattuto i presunti “mostri” in prima pagina con tanto di nome e cognome ed invece erano persone che non c’entravano nulla con gli attentatori ma erano state sentite dagli investigatori.
La solita caccia allo scoop ed all’untore



4. Pippo76 ha scritto:

29 maggio 2012 alle 14:43

*casa inagibile



5. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

29 maggio 2012 alle 15:35

tuttologi del crimine…. ho in mente qualcosa o qualcuno…



6. Giuseppe ha scritto:

29 maggio 2012 alle 16:32

Considerazioni sacrosante. Salvo che, se prese alla lettera, si può giungere all’eccesso opposto di non parlare più, o troppo poco, di certi eventi. Sto cominciando ad avvertire un po’ di disagio non solo per i quotidiani esempi di tv del dolore e di sciaccallaggio mediale, ma anche per le condanne rituali che fanno di ogni erba un fascio.



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