23
novembre

TUTTI PAZZI PER AMORE 3: ELOGIO DELLA SURREALTA’

La bambina emo di Tutti Pazzi per Amore

La nonna, una fantastica Piera Degli Esposti, che all’annuncio dell’arrivo di nuovi nipotini prenota una crociera in giro per il mondo al grido: ”Non mi avrete”, la coppia delle zie pie, pettegole e zitellone alle prese con la svolta emo della piccoletta di casa, fratello e sorella che in bagno si giocano a sorte l’ultimo preservativo a disposizione in casa, i genitori sorpresi ad amoreggiare nella casa dei figli, gli inserti da musical di cui spesso si è parlato e che tanto hanno contribuito al marchio.

Tutti pazzi per Amore, nonostante il peso della serialità che si allunga come il proverbiale rotolone delle pubblicità, può contare ancora su una sceneggiatura brillante. Se ne confrontiamo le dinamiche con il resto dell’intrattenimento che più o meno avvolge i palinsesti della vecchia tv generalista il tocco straniante, quel brechtismo pop, sembra proprio una grandissima boccata d’aria. Quale altra fiction italiana chiuderebbe con una rappresentazione degli spermatozoi del protagonista che causa pensionamento giocano a scacchi?

Il tema dell’omosessualità ad esempio è portato al grande pubblico in punta di piedi, tra una sorta di vignetta onirica e un surreale confronto tra ragazzi non proprio glamour che sfoggiano un lessico da Vanity Fair. Erotismo frizzantino ma mai sguaiato, uno sguardo non convenzionale su un’Italia che rimane spesso fuori dagli schermi, ma esiste, tanto quanto quella iper rappresentata di coatti, tradizionalisti o truffaldini.

Se si pensa alla linea editoriale del Grande Fratello che abbina costantemente la sua idea di reality a uno stereotipo di iperreale autoreferenzialità (Signorini ha correttamente paragonato il programma Mediaset a un Uomini e donne elevato alla potenza e frainteso per realtà) sembra di essere in un altro mondo.

La scelta della surrealtà che apre sprazzi molto divertenti, e per nulla banali, sul reale acquista un ulteriore tono di grande originalità se si considera l’identità della rete che ospita la spassosa epopea della famiglia allargatissima di Solfrizzi e della Liskova. Niente mamme, figlie e nonne che si struggono accarezzando i portafotografie dei figli manigoldi ma piuttosto un’immagine dirompente di eterne ragazze, ma sessualmente emancipate.

Dall’altro lato nessun machismo, uno spiraglio ampio sulla transizione della figura maschile nel mondo delle donne giornaliste che ammiccano a Sex and the city e Il diavolo veste Prada. Niente chiagne e fotte e famiglie patriarcali da film di Olmi, ma un simpatico coacervo di metrosexuality e underground intelligentemente avvicinati ad un pubblico non proprio di nicchia.



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16 Commenti dei lettori »

1. Giu ha scritto:

23 novembre 2011 alle 00:45

Bellissimo articolo e analisi impeccabile su una delle più belle fiction della tv italiana, anzi, forse la più bella in assoluto…! :-)



2. ANTONIO1972 ha scritto:

23 novembre 2011 alle 05:58

ero uno uno dei più grandi sostenitori di tutti pazzi. ero,perchè questa terza serie la trovo ben poco brillante,al confronto delle precedenti. l’assenza del suo storico regista,riccardo milani,si fa sentire pesantemente. ha perso molta brillantezza e dinamismo. anche i dialoghi sanno di già sentito. direi che vale lo stesso discorso dell’articolo di ieri di davide maggio su fiorello,ovvero che per il semplice fatto che le altre fiction siano molto peggio,non vuol dire che questa terza serie sia da elogiare. se qualcuno l’ha persa,si guardi la prima,quello si che è un autentico gioiello.



3. luigino ha scritto:

23 novembre 2011 alle 09:14

scusami tracà, ma per te questa “surrealtà” è il punto forte della fiction? No. A me sembra che la fiction stia facendo la fine di “caterina e le sue figlie”. Il comedic device ha preso il sopravvento sulla fiction e così non è un suggeguirsi di battute e momenti improbabili, esattamente come in “caterina e le sue figlie”, il che non è che mi piaccia più di tanto.



4. Phaeton ha scritto:

23 novembre 2011 alle 09:38

In qualche passaggio la surrealtà diventa proprio quasi banale e macchiettistica ad esempio il personaggio di Martina Stella è una caricatura all’ennesima potenza della svampita mettendo in luce tutti i limiti dell’attrice, così come anche i monologhi interiori di Monica ( Carlotta Natoli) sovraccaricano molto il gioco.



5. Zoro ha scritto:

23 novembre 2011 alle 11:35

non concordo con il post, purtroppo questa terza stagione la sto trovando molto al di sotto delle aspettative!



6. Luca ha scritto:

23 novembre 2011 alle 12:12

A parte la battuta geniale “la scena primaria!!!” e poco altro, quest’anno non mi piace molto..
Tra la surrealtà ed il macchiettismo c’è una linea sottile sottile, questa stagione ha decisamente virato sul secondo.



7. marcello walker ha scritto:

23 novembre 2011 alle 12:50

La terza serie non mi sta convincendo del tutto, comunque scrivi veramente in maniera impeccabile :-D



8. david ha scritto:

23 novembre 2011 alle 14:28

a me non sta convincendo… a parte i guizzi di sceneggiatura elencati la trama in generale fa acqua… ormai le storie sanno di già sentito e non ha aiutato il nuovo ciclo temporale, che dà l’idea di un telefilm molto schematico (colazione, giornata di lavoro e sera)



9. Markos ha scritto:

23 novembre 2011 alle 14:32

A me sta piacendo questa terza serie!



10. Cenzo/Bermuda ha scritto:

23 novembre 2011 alle 15:06

Io avevo abbandonato la serie, dopo le prime puntate dell’assurda seconda serie. Ma questa terza serie mi ha riconquistato. Non sarà la serie del secolo, ma è una serie divertente e fresca, la trovo ben fatta. Trovio divertenti i personaggi e anche le storie, la pensata della quotidianità mi piace, e il ritmo non nè risente.

nella sua surrealità, però a delle cose bisognerebbe far attenzione. Cristina trova ogni giorno un lavoro nuovo, ok la surrealità, ma un pizzico di attinenza alla situiazione reale, ci vuole :)



11. lele ha scritto:

23 novembre 2011 alle 19:41

Tre cose:
1) gli inserti musical di quest’anno non mi piacciono perchè sono troppo… da musical (nelle stagioni precedenti erano inserite in scene autonome, ora invece sono messe nel bel mezzo di dialoghi… odioso!)
2) sono scomparsi gli intervalli metatelevisivi con battiston e signoris che costituivano una ironica e geniale soluzione di continuità dei singoli episodi.
3) mielose ed odiose le storie che riguardano i personaggi di emanuele e cristina.



12. Irene ha scritto:

23 novembre 2011 alle 22:00

Confrontiamoci :)



13. ColorCloe ha scritto:

23 novembre 2011 alle 22:06

Ottimo articolo e ottimo TUTTI PAZZI PER AMORE 3!!!!!!!!!!!!=)



14. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

26 novembre 2011 alle 14:50

w tutti pazzi per amore 3 :D



15. elisa ha scritto:

27 novembre 2011 alle 10:05

anche io profondamente delusa da questa terza serie, questa analisi era perfetta per le prime due, ma non per questa…va bene la surrealtà..ma qui si va ben oltre..insopportabili i personaggi di monica (che invece era una star prima) di maila e il personaggio di martina stella non si piò vedere nè ascoltare..ma è un’attrice lei?????



16. Zoe ha scritto:

8 dicembre 2011 alle 02:27

Rispetto alle prime due serie(a me erano piaciute entrambe!)trovo che manchi qualcosa.In particolare si sente il cambio di regia,sotto la guida di Milani sembrava filare tutto meglio,non so…
Poi ci sono cose che appesantiscono. Il personaggio di Maya è il peggiore in assoluto:vabbè la virata al grottesco ma si può parlare solo della sua astinenza da sesso?!anche il personaggio di Stefania è parecchio sopra le righe e diventa irritante a volte,ma il fatto di interagire spesso in scena con quel mito che è la nonna Clelia rimette tutto al suo posto,anche le scene più improbabili.Altro piccolo errore: virare troppo sulle storie dei ragazzi,anche perchè,se Brenno Placido e Nicole Murgia sono decisamente bravi per la loro giovane età,non si può dire lo stesso per i rispettivi partner e per chi gli gira intorno(la belloccia dell’università e l’insipido francese…si salva solo l’amica di Cristina,Martina!)…assolutamente inespressivi,carini,per carità,nel caso di Raoul sicuramente “attira-ragazzine” ma assolutamente inadatti a reggere più di tanto il peso di una fiction…insomma,rallentano il tutto!Come sempre le scene migliori sono quelle in cui ci sono Solfrizzi,la Natoli e la Degli Esposti(recupererei il personaggio della zia acida interpretato da Giovanna Ralli…potrebbe dare soddisfazioni insieme alla nonna Clelia!).Altra cosa un pò tirata per i capelli sono gli inserti musicali…nelle serie precedenti si amalgamavano meglio con la storia(e qui si torna alle piccole mancanze della regia di quest’anno),e poi noto una certa economia nelle canzoni e nei balletti,ma sarà la crisi!Si sente la mancanza di Marcorè,Boni,Battiston e Signoris,mentre Ricky Memphis,sul quale ero un pò perplessa,non si sta rivelando affatto male,e mi sto pure appassionando alla storia;-)!Un mistero invece mi pare Martina Stella:non ho ancora capito se è tremenda come attrice o se è tremendo il personaggio che interpreta e lei lo rende,quindi,magistralmente:di fatto non la reggo!
Infine,non mi è piaciuta la scelta di raccontare solo un mese,si finisce davvero per tirare avanti con “colazione-lavoro-sera” da una parte,mentre dall’altra è improbabile che in un solo mese succedano tali e tante cose!e poi con solo un mese di storia rimane tutto in sospeso!
Detto questo,per me rimane la migliore fiction italiana,magari un pò più sottotono rispetto alle prime due serie, ma ce ne fossero…spero addirittura in una quarta serie(anche perchè con solo un mese di storia,rimarrà tutto in sospeso,a partire dal figlio di Cristina!),magari con un cambio in regia e una maggiore attenzione agli inserti musicali…insomma,brillante come erano le altre due serie!



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