C’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, si sa. Nel Belpaese più che mai c’è sempre qualcosa da dire, è la nostra specialità. Nemmeno per i divertenti inserti musicali di Tutti pazzi per amore vale la tregua. Per il partito dell’avanguardia i musicarelli stranianti della fiction non sono mai abbastanza, per i più conservatori uno basta e avanza. Fatto sta che anche la produzione si è trovata costretta a scegliere.
Qualcuno aveva pensato che dietro alla linea più minimal di questa terza edizione ci fossero annosi problemi di quadratura del cerchio economico. La smentita però è arrivata direttamente dalla cabina di regia, nel corso dell’ultima puntata di Tv Talk, nella quale Laura Muscardin ha spiegato alla platea di opinionisti le dinamiche del making of di un’edizione dal taglio volutamente più popolare rispetto alla precedente.
Solo un momento musicale ad episodio (per un totale di due a serata dunque) per mettere a tacere coloro i quali ne criticavano la degenerazione verso l’inverosimile, l’interruzione del ritmo con inevitabili problemi di immedesimazione. Il canone del realismo ha avuto in qualche modo la meglio perseguitando gli innovatori costretti ad abbeverarsi al modello di Don Matteo, ormai capisaldo della fiction in qualsivoglia querelle culturale.