10
luglio

TAMARREIDE: LA CRISI DELL’ EQUAZIONE SESSO + RISSA = ASCOLTI

Loro sono Tamarri. E tu?

Giorni di caos quelli che vive la nostra televisione. Tra i mille punti interrogativi sui buchi di palinsesto una nuova questione arriva a tenere banco, o per meglio dire, arriva a smentire le facili congetture sul gusto del pubblico, intorno alle quali per anni abbiamo sentito moralismi e pistolotti infiniti. E’ un dato di fatto ormai che il trash, che avrebbe dovuto sbancare a prescindere, ovunque si palesasse, bussa alla porta dell’Auditel con sempre meno vigore nonostante a portarlo alla ribalta sia la trasmissione più eclatante del momento, Tamarreide.

Sia chiaro che ci sono mille alibi per comprendere il poco seguito televisivo dei tamarri on the road. E’ verosimile che il sistema mediale multipiattaforma faccia sì che molto del potenziale target catodico frammenti la propria fidelizzazione col programma scegliendo quando, come e dove vedere il programma via web. Molti dei ragazzi che ne parlano per strada lo hanno visto on line, o peggio non sanno nemmeno quando sia la reale trasmissione sulla rete giovane Mediaset.

Pesa indubbiamente sul programma oltre che il fattore estate anche una strategia troppo debole di soapizzazione. Probabilmente sarebbe stato molto diverso se ci fossero state delle strisce orizzontali di richiamo costante. Il risultato di Tamarreide è comunque ben al di sotto delle aspettative, specie per chi vedendone il contenuto alquanto spinto ne poteva profetizzare un sicuro feedback da parte dei telespettatori.

Eppure quelli che fino a pochi mesi fa erano considerate come vere e proprie calamite acchiappa-ascolto non hanno funzionato. Ci sono i fusti e le bonazze, smutandati e scosciati allegramente a più non posso, ci sono gli appannamenti delle telecamere che insinuano giochi erotici complessi, ci sono gli amori travagliati e le passioni che oscillano dalle scazzottate agli abbracci solidali.

C’è pure quel pizzico di psicologia popolare, quell’illusione di poter arrivare a spiegare tutti i comportamenti con le varie sindromi e i variegati complessi sbocconcellati qua e là con improbabile profondità. Al Grande Fratello un’impalcatura molto più posticcia rende infinitamente di più. Qual è allora il problema? Pagano di più i pruriti sessuali e l’effetto tensione costante o la costruzione di una soap?

Molti elementi ci fanno pensare che sia proprio l’intreccio delle trame personali, più che il dato scandalistico in sé, a premiare. Gli autori di Tamarreide ci provano pure ma l’impostazione del format con degli episodi così poco quotidiani, così troppo distanti l’uno dall’altro finisce col rendere poco credibili tutte le dinamiche.

Il montaggio, per quanto supportato da un buonissimo linguaggio accattivante, macina in breve tempo così tante sfumature di sentimenti nei rapporti tra i protagonisti da non riuscire a scongiurare l’impossibilità di immedesimazione, fino all’opposto dello straniamento comico.

Come se l’attrazione tra Marika e Manuel sia meno vera di un qualsiasi accoppiamento all’interno delle mura di Cinecittà, come se basti l’esibizionismo dei tamarri a scavare un gap di verosimiglianza televisiva, che forse non esiste affatto, con le vicende del Grande Fratello. Un problema di forma dunque più che di sostanza? O c’è stata una rivoluzione di gusto, quasi istantanea e impulsiva, da parte del pubblico?

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6 Commenti dei lettori »

1. Phaeton ha scritto:

10 luglio 2011 alle 12:14

Secondo me tutti i punti esaminati hanno inficiato nei dati auditel di Tamarreide. Il contenuto è sicuramente meno familiare e più artefatto rispetto a quello del grande fratello. La tecnica della docusoap lo rende anche più difficile e pesante da seguire, e forse il pubblico italiano è poco abituato. Se poi aggiungiamo che il grande fratello crea una familiarizzazione e un meccanismo molto più lento che ti permette di seguire tutto in maniera più facile. Poi sui contenuti c’è anche il modo di porgerli e il contesto, non è il trash che paga ad ogni costo, non è che se tu fai vedere una lite e delle urla a se stante scevra dal proprio contesto questa farà impennare i meter. E’ il contesto in cui avviene la lite, gli alti e i bassi, il modo in cui la situazione scivola dalle mani le dinamiche della “diretta” che rendono accattivante il trash. Alla gente non piace vedere una rissa tra due individui estranei, piace stare ad origliare le liti dei vicini.



2. mocjso ha scritto:

10 luglio 2011 alle 12:15

il problema di tamarreide è che è tremendamente noioso…dopo 5 minuti ti scappa la voglia di guardarlo (infatti dopo 5 minuti della prima puntata che non ho potuto vedere per il segnale singhiozzante non mi è venuto in mente di guardarlo su internet), e poi non capisco cosa centrino i sociologi, psicologi e altre figure così importanti. Una persona è tamarra perchè è di moda comportarsi e vestirsi così, fine, non ci vuole un genio da premio nobel per capirlo. Altro che stile di vita…se si dicesse a loro che è di moda andare in giro con le parti intime al vento, quelli vanno in giro con le parti intime al vento.
Facendo un confronto con la fonte di ispirazione (jersey Shore), ci sono personaggi forse addirittura meno interessanti, ma è un programma piacevolmente divertente (Nicole mi fa morire dal ridere), anche nella banalità. Questo, no.
PS opinione personale, ovviamente.



3. ANTONIO1972 ha scritto:

10 luglio 2011 alle 13:57

credo che il genere reality,coi suoi eccessi abbia ormai fatto il suo corso,ora credo ci si sia bisogno di altro. sono convinto che anche il grande fratello abbia ormai già dato tutto (i concorrenti di quest’anno sono già stati dimenticati) e la prossima edizione sarà un flop,ben più corta dei 7 mesi previsti



4. Warhol_84 ha scritto:

10 luglio 2011 alle 16:27

Il programma piu’ eclatante del momento??? Ma se e’ passato completamente inosservato, a parte i blog che si erano gia inutilmente scatenati al seguito di Uman! Perche’ cercare scuse su scuse? Non puo’ essere semplicemente l’ennesimo programma brutto e fatto male di cui la gente si e’ stufata? Adesso il pubblico ha mille modi per vedere, osservare, giudicare contenuti diversi…esplorare tutto il mondo dei format, serial e film stranieri…e se prima potevano bere che la tv italiana e’ la piu’ bella del mondo ora probabilmente hanno scelto davvero cosa e’ fatto bene e cosa no. Cosa e’ interessante e cosa e’ terribilmente noioso, chi ha professionalita’ e chi no. Chi lavora per raccomandazione e chi per meriti.



5. lauretta ha scritto:

10 luglio 2011 alle 21:05

credo che il problema principale sia che in tv se ne parli poco. Niente strisce, niente contenitori.. Neppure Studio aperto ne parla. È completamente snobbato e tutto sommato, meglio così..!



6. marcko ha scritto:

10 luglio 2011 alle 22:25

concordo con ki ha scritto l’articolo, di carne al fuoco ce n’è tanta, forse anke troppa.. il problema è la proposizione ke ne viene fatta e la mancanza di una o anke due strisce brevi nella giornata x far familiarizzare il pubblico con questa nuova specie di esseri (dis)umani… infatti non capisco con tutti i disastri ke sta combinando il pomeriggio di italia1 ke problema ci sarebbe ad aggiungere 15 minuti di tamarreide?



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