Sarà pure Il giovane Montalbano ma le cose dei grandi sembra farle davvero bene. Michele Riondino, in questi giorni sulla cresta della notorietà per avere ereditato la missione di portare le pagine dei romanzi di Andrea Camilleri al grande pubblico della televisione, compito grato che prima era toccato a Luca Zingaretti, interessa le cronache anche su un altro versante.
A breve nelle sale cinematografiche con l’ultima fatica di Alessandro Piva, Henry, Riondino è protagonista di una scena, di quelle belle forti, che rimangono a lungo come pietra miliare di riferimento per calibrare le tendenze espressive di alcune ondate stilistiche cinematografiche.
Una scena molto molto intima in cui assapora al meglio la bellezza di Carolina Crescentini, diciamo così, in un lungometraggio di ambientazione noir tra la Roma più trasgressiva della droga e della violenza. Film low budget e autoprodotto ma che può dare grosse soddisfazioni al regista, già noto per una pellicola, molto amata dai pugliesi, come La Capagira.
Per un frame altrettanto intenso Nanni Moretti e Isabella Ferrari si sono guadagnati qualche attenzione più pruriginosa all’epoca di Caos calmo, film nel complesso molto filosoficamente morettiano se si escludeva quell’impennata. Per il giovane attore Riondino, nella cui intervista (pubblicata ieri) abbiamo notato una tendenza più verso modelli alla Lo Cascio che al prototipo di popolarità alla Garko, un periodo di consolidamento del proprio profilo non indifferente.
Essenziale nelle risposte alla stampa, il baby Montalbano è sembrato molto concreto e pragmatico, di quelli che non sembrano avere peli sulla lingua, cosa che, vista questa scena, non deve essere stata molto semplice.
1. Fabrik ha scritto:
2 marzo 2012 alle 00:21