Valenti e Ferida, amanti belli e dannati. Divi del cinema mussoliniano dei “telefoni bianchi” avvolti da un fascino ambiguo e licenzioso, poi accomunati da una tragica fine. La loro vita depravata viene raccontata da Sanguepazzo, opera del regista Marco Tullio Giordana che andrà in onda su Raiuno oggi, domenica 30 maggio, e domani in prima serata. Quella proposta dalla tv come miniserie in due puntate sarà la versione integrale dell’omonimo film che Giordana presentò con successo al Festival di Cannes del 2008. Una storia intensa e poco conosciuta che si snoda tra le turbolenze passionali dei due protagonisti e gli eventi concitati dell’Italia ribaltata dai partigiani negli anni della Liberazione.
Osvaldo Valenti (Luca Zingaretti) e Luisa Ferida (Monica Bellucci) sono due star del cinema dei telefoni bianchi, quello che il fascismo promuoveva come mezzo di propaganda, per creare l’immaginario di una nuova Italia. Valenti, dandy dal fascino mefistofelico, e Ferida, bellezza provocante, trascorrono una vita di eccessi tra il consumo di cocaina e la lussuria di una sessualità promiscua. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aderiscono alla Repubblica di Salò, spostano la loro attività cinematografica a Venezia e poi tornano a Milano, dove vengono arruolati in una banda di torturatori. Pochi giorni prima della Liberazione si consegnano ai partigiani respingendo le accuse e giustificando gli affari loschi del mercato nero col bisogno di procurarsi stupefacenti. Al Comitato di Liberazione decidono di infliggere loro una punizione esemplare: saranno fucilati. I loro cadaveri sono rinvenuti alla periferia di Milano all’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la fine della guerra.
Sanguepazzo è un’opera di valore cinematografico e soprattutto storico. Non certo una forma di revisionismo, ma anzi il tentativo di indagare la Storia e le sue cause passando per le vicende di una coppia ‘maledetta’, vittima più o meno consapevole di eventi che hanno trasformato il Paese. “Chi non conosce la storia è destinata a ripeterla” ha spiegato il regista Marco Tullio Giordana, aggiungendo: “Vorrei che questo film non apparisse solo come la fedele ricostruzione, un estetizzante film in costume, ma fosse invece incisivo e “contemporaneo” come un qualcosa che faccia rima coi nostri giorni, col nostro presente solo in apparenza meno infuocato”.
Significativo anche l’apporto recitativo dato da attori del calibro di Monica Bellucci, Luca Zingaretti e Alessio Boni. In Sanguepazzo, si noti, è fondamentale il mito del cinema, quello che Pier Paolo Pasolini chiamava “la religione del mio tempo”. Il cinema, cioè, che amplifica la portata degli eventi svelando le vicende dei suoi protagonisti attraverso l’efficace raffronto con quelle più ampie della Storia. Sanguepazzo celebra le miserie, le astuzie, l’ebbrezza del trasgredire e l’arte di sopravvivere di una coppia dannata. Nelle pellicole del ventennio come nei risvolti più intimi di una vita consumata nell’impeto.
L’appuntamento con Sanguepazzo è per stasera, domenica 30 maggio, e domani, lunedì 31, su Raiuno, alle ore 21:00.
1. Domiziana ha scritto:
31 maggio 2010 alle 09:00