Il calcio appassiona gli italiani e, risvolti economici e societari a parte, è universalmente considerato un tema frivolo, di tifo e condivisione. O, almeno, così dovrebbe essere. Metterlo al centro di un film tv altamente drammatico, che tratta il tema della malattia mentale come Crazy for Football – Matti per il Calcio, trasmesso ieri sera da Rai 1, tradisce un po’ le aspettative e spiazza, lasciando interdetto lo spettatore.
Coprodotto da Rai Fiction e Mad Entertainment, il film è scritto e diretto da Volfango De Biasi ed ispirato ad un suo omonimo documentario, che raccontava il lavoro dello psichiatra Santo Rullo e in particolare la storia vera di un gruppo di pazienti psichiatrici provenienti da vari istituti d’Italia che, supportati da lui, si impegnavano per partecipare ai mondiali dedicati loro ad Osaka, in Giappone. Trovando nel calcio una cura speciale alla loro condizione.
Il medico in questione nel film tv ha preso il volto di Sergio Castellitto, ormai perfettamente a suo agio in questi ruoli drammatici e di “formazione”, come quelli di In Treatment, O’ Professore o Pezzi Unici. Il tono cupo generale viene spezzato dalla presenza di Max Tortora, che nelle vesti dell’allenatore Zaccardi, rude ma dal cuore d’oro, strappa più di una risata. Molto valido il resto del cast, a partire da una convincente Antonia Truppo e dagli attori che hanno interpretato i pazienti psichiatrici, in particolare Lele Vannoni e Lorenzo Renzi.
La carica emotiva del racconto è molto alta e i sentimenti dei personaggi sono messi in scena con forza e delicatezza allo stesso tempo. Il film era senz’altro più adatto alla sala cinematografica che non al piccolo schermo, non soltanto per il dualismo dei temi, che ci può anche stare, ma per i dialoghi spesso sussurrati, per la necessità di una visione più intima, che avrebbe aiutato a leggere il sottotesto ed entrare pienamente nella storia, a prima vista un po’ respingente per i più.