23
ottobre

Il Testimone torna su Sky Documentaries. Pif a DM: «Riparto da Lampedusa perchè la narrazione dell’isola è completamente sbagliata»

Pif, Il Testimone a Lampedusa

Pif torna ad essere «» della realtà, a partire da Lampedusa. Il film-maker palermitano sarà al centro di un nuovo viaggio per la nona edizione del suo ormai storico programma, in onda da stasera – 23 ottobre – in prima serata su Sky Documentaries (canali 122 e 402) e disponibile on demand e in streaming su NOW. Pif ha trascorso alcuni giorni sull’isola diventata simbolo delle migrazioni, cercando di testimoniarne la vera identità al di là delle sintesi mediatiche. Il reportage da Lampedusa, tuttavia, non è l’unico argomento affrontato da Pif nella nuova edizione del suo programma per Sky. Nella puntata del 6 novembre incontrerà infatti Mika, in quella successiva (13 novembre) le “donne di mafia”. Il 20 novembre si arruolerà in polizia nella Scuola Allievi di Peschiera Del Garda, seguendo la formazione dei futuri agenti. La puntata del 27 novembre racconterà invece la comicità dei The Jackal.

La prima notizia è che, almeno tu, non ti occuperai solo di Covid…

Non ho pensato di fare una puntata sul Covid, però ne parliamo perché è inevitabile. Anche se non c’è, inevitabilmente lo si nota. Giriamo con le mascherine e io stesso non sono potuto andare all’estero. Anche se non mi sono occupato direttamente di Covid, continuo a guardare la realtà. Il mondo va anche avanti parallelamente al virus, che prende per ovvi motivi il sopravvento sulla comunicazione.

Nella puntata di questa sera, spieghi di essere andato a Lampedusa per “capire quanto sia vero quello che raccontano i giornalisti e soprattutto la politica“. Cosa hai scoperto?

Ho scoperto che è tutto sbagliato, è proprio la narrazione dell’isola ad essere completamente sbagliata. Ci immaginiamo un’isola in preda all’immigrazione, poi vai là e scopri che i lampedusani scoprono di uno sbarco attraverso la televisione. Perché ormai è tutto organizzato e i migranti, quando arrivano, li portano all’hotspot e poi alla nave quarantena. C’è una narrazione sbagliata, certe volte per superficialità, certe volte perché conviene raccontarla in un certo modo. Ma ho capito che i lampedusani hanno sulle spalle questo problema enorme e continuamente la loro isola viene raccontata in maniera deforme per convenienza politica. Sono rimasto colpito dal fatto di non avere trovato razzismo, se non da parte di qualcuno. Il lampedusano medio è stanco, piuttosto, di come viene raccontato il tutto. Come dico in puntata, dentro Lampedusa ci sono tutte le dinamiche dell’Italia e quindi partendo da Lampedusa si potrebbero risolvere anche i problemi nazionali.

Come?

Quello legato a Lampedusa è un problema così epocale che non lo risolvi con la bacchetta magica. Chi dice di avere la soluzione pronta non bisogna votarlo, perché non è possibile risolvere un problema così in poco tempo senza fare danni.

Cosa trovi di sbagliato o di fuorviante nel racconto televisivo di Lampedusa?

Purtroppo la tv spesso, non sempre, è alla mercé della politica. Me lo diceva anche gente schierata politicamente. A volte i giornalisti non vanno là per vedere cosa succede ma per sostenere una tesi. Per cui, magari, vanno da un ristoratore e gli chiedono di parlare della crisi che subisce per colpa dell’immigrazione. Ma lui risponde che non è così. Questa narrazione fa sì che io abbia incontrato turisti che mi hanno detto di essere stati sconsigliati delle agenzie viaggi: “Non andare a Lampedusa perché non c’è cibo, lo danno tutto agli immigrati…”. Questo è assurdo. Ovviamente non è così.

Come è cambiato in questi anni Il Testimone?

Io continuo a ripetere che non è cambiato nulla, però in realtà sbaglio. E’ vero che nella mia testa non è cambiato niente, ma questo è anche un programma molto personale: io ho cominciato che avevo 34 anni e ora ne ho quasi 50. E’ inevitabile che ci sia stato un cambiamento nel guardare il mondo. Un 50enne lo vede in maniera diversa rispetto a un 34enne. Anche fisicamente mi accorgo che una volta giravo con più facilità, ora invece sento che il mio corpo mi ricorda che non ho più quelle forze. Il Testimone cambia perché cambio io, ma lo sguardo di base è rimasto quello.

Per le puntate di prossima realizzazione stai già puntando qualche argomento in particolare?

La prossima stagione sarà la decima e un’idea che mi ronza nella testa è quella di tornare indietro e andare a incontrare le persone che avevo incontrato nelle prime stagioni per vedere come sono andate a finire le loro storie. Mi sembra rispettoso nei confronti di chi segue Il Testimone, perché lo spettatore di questo programma è solitamente molto fedele e attento. Credo che questa cosa possa essere interessante per chi mi segue per capire come sono andate le cose.

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