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aprile

Doc – Nelle Tue Mani: la vera storia di Pierdante Piccioni

Luca Argentero e Pierdante Piccioni

Luca Argentero e Pierdante Piccioni

Doc – Nelle tue Mani è una fiction drammatica e ricca di empatia, che racconta una storia estrema, all’apparenza inverosimile. Quella di un medico, Andrea Fanti (Luca Argentero), che perde la memoria dopo un’aggressione e deve ricominciare daccapo, impegnandosi per tornare a fare il suo mestiere ed abituarsi a tutti i cambiamenti avvenuti nei dodici anni che non riesce a ricordare. Il suo caso apre la strada anche ad una linea mystery, che riguarda la morte di un paziente e il grave errore di un collega, e quella è stata inventata dagli sceneggiatori: ma il resto, il cuore del racconto, seppur apparentemente incredibile, è invece reale, ed il vero protagonista è stato il dottor Pierdante Piccioni, i cui libri hanno ispirato la fiction.

Doc – Nelle Tue Mani: chi è Pierdante Piccioni, il vero Doc

Pierdante Piccioni è nato a Levata, in provincia di Cremona, nel 1959. Nel 2013, all’età di cinquantaquattro anni, era il Primario del Pronto soccorso dell’Ospedale di Lodi – proprio quello che attualmente è in prima linea nella lotta al Coronavirus – nonché consulente del Ministero della Salute e membro del direttivo dell’Academy of Emergency Medicine and Care. Sposato con una psicologa, aveva due figli di undici e otto anni ed era un medico scrupoloso, attento, ma molto autoritario, distaccato e per nulla propenso al dialogo con i pazienti.

Il 31 maggio del 2013 resta vittima di un incidente e si risveglia dopo sole due ore dal coma. Ma le gravi lesioni cerebrali subite hanno cancellato dodici anni dalla sua memoria: è convinto che sia il 25 ottobre del 2001, giorno in cui il figlio minore festeggia il compleanno, ed è certo di averlo appena accompagnato a scuola. Accettare la realtà non è facile, c’è perfino chi crede che lui stia mentendo per qualche motivo, e per Piccioni comincia un lungo calvario, alla fine del quale troverà un equilibrio ma non ritroverà mai più la memoria perduta.

Elabora per la seconda volta il lutto per la morte della madre, prende confidenza con i suoi “nuovi” figli, con la moglie e gli amici – che trova tutti invecchiati di colpo e dunque diversi – e attraverso i loro ricordi ricostruisce quello che ha perso, pur non ricordando nessuna delle emozioni provate. Dopo una lunga riabilitazione, decide di rifiutare la pensione anticipata e rimettersi a studiare, sostenendo tutti gli esami necessari per tornare a fare il medico.

Oggi lavora ancora all’Ospedale di Lodi, pur avendo rinunciato al ruolo di Primario; è impegnato ogni giorno nell’unità di Integrazione Ospedale Territorio e Appropriatezza della Cronicità, si occupa insomma dei pazienti disabili e cronici - cosa che è lui stesso – ed attualmente anche di quelli positivi al Covid-19 che sono in fase di guarigione.

Il “dottor Amnesia” ha cambiato approccio professionale: adesso usa ascoltare quello che i pazienti hanno da dire ed ha sfruttato la sua esperienza da paziente per diventare un medico più empatico. Ha raccontato la sua storia in tre libri – Meno Dodici, Pronto Soccorso e nel romanzo in uscita Colpevole di Amnesia – ed è stato proprio lui a pensare a Luca Argentero per interpretare il suo alter ego. I due, durante la preparazione della fiction, sono diventati amici.

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