15
giugno

La Grande Storia riparte dal fascismo

Paolo Mieli

Paolo Mieli

Da stasera alle 21.15 su Rai3 torna, in prima serata, La Grande Storia. Otto nuove puntate per riflettere sui grandi temi del Novecento, aprendosi ad approfondimenti sugli aspetti meno trattati. Sempre completati dai commenti di Paolo Mieli. Oltre al tradizionale contributo delle interviste a storici, esperti e testimoni, questo nuovo ciclo si è arricchito di immagini inedite, in gran parte a colori o colorizzate, e di filmati realizzati con l’ausilio di riprese in esterni e di inviati sul posto.

Gli argomenti delle otto puntate spazieranno dalle due grandi guerre al fascismo e al nazismo, secondo la tradizionale linea editoriale, approfondendo aspetti come la cultura sportiva durante le dittatura, le città di fondazione, il sistema di propaganda attraverso le immagini, l’esoterismo nazista, ma anche temi più originali e meno frequentati come lo sguardo dei paesi europei democratici sulla dittatura fascista, il rapporto tra massoneria e fascismo, la bomba atomica, lo stupro come arma di guerra.

Alcune puntate saranno legate a importanti anniversari della storia italiana e internazionale, come quelle sulle leggi razziali del 1938 a ottanta anni dalla loro promulgazione, sulla vicenda che vide le dimissioni del Presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1978 e sulla chiusura dei manicomi con la nascita della legge Basaglia, sempre nello stesso anno. Infine, un interessante esperimento sarà dedicato alla questione mediorientale, con il racconto della formazione e la nascita dello Stato di Israele avvenuta nel maggio 1948, esattamente settanta anni fa.

La Grande Storia: anticipazioni prima puntata

Si parte con la puntata dal titolo “Propagande”. Troppe volte l’architettura fascista è stata liquidata con commenti di sufficienza. Eppure, come ha spiegato molti anni fa Pierpaolo Pasolini, dopo un’analisi più attenta, il giudizio può e forse deve essere rivisto. Antonio Carbone e Enzo Antonio Cicchino portano il pubblico a conoscere le Città di fondazione volute dal fascismo, studiate e apprezzate in tutto il mondo e diventate ben presto una vetrina del regime. Ne hanno prese in considerazione solo alcune delle oltre 100 che il regime costruì, partendo dalla prima Littoria, inaugurata il 18 dicembre 1932, per poi proseguire a Predappio, il paese natale di Mussolini. Continuiamo con Carbonia e TorViscosa, le città industriali. Infine Segezia e Aprilia. Il viaggio si conclude a Sabaudia, forse l’esperimento urbanistico più riuscito.

“Il Duce e l’America” di Nicola Bertini è il secondo pezzo della serata. Come fu visto e raccontato dai corrispondenti dei maggiori giornali americani Mussolini? Fin da subito molto bene. Un uomo nuovo, giovane, attivo, deciso, l’unico capace di cambiare la storica indolenza del popolo italiano. E non solo i giornali ma anche radio e cinema lo magnificarono in ogni modo. Un vero e proprio innamoramento che si incrinerà solo alla metà degli anni Trenta, con le guerre d’Etiopia e di Spagna e l’alleanza sempre più stretta con la Germania hitleriana.

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1 Commento dei lettori »

1. TriXy ha scritto:

15 giugno 2018 alle 17:48

Grande!
Finalmente queste sottospeci di renzofili metteranno in chiaro che il Fascismo ha fatto soprattutto cose buone!



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