Una grande favola animalista. Okja è il nuovo film di Netflix - in uscita domani – che affronta temi come la salvaguardia dell’ambiente, la globalizzazione e lo strapotere delle multinazionali in una chiave che alterna il dramma e la satira senza tralasciare un aspetto favolistico. Okja racconta la storia di Mija, una ragazza pronta a rischiare tutto per impedire che una potente multinazionale si impossessi della sua migliore amica, il gigantesco maiale Okja creato grazie ad alcuni esperimenti scientifici da quella stessa azienda.
Il mix di sapori rende ambivalente la pellicola: da un lato le ambizioni di grande cinema (basti pensare alle scene iniziali in cui in silenzio si osserva il rapporto tra la bambina e l’animale), dall’altro una storia per i più piccoli almeno fino al finale quando qualche immagine cruenta potrebbe spaventare il baby telespettatore. Nel cast spiccano una cattivissima Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal e due conoscenze seriali come Steven Yeun (The Walking Dead) e Giancarlo Esposito (Breaking Bad). La protagonista è l’attrice coreana An Seo Hyun, che interpreta la piccola Mja. Alla regia Bong Joon Ho (Snowpiercer, The Host).
Okja – Trama
Per dieci anni meravigliosi la giovane Mija (An Seo Hyun) si è presa cura di Okja – un enorme maiale, ma un amico ancora più grande – nella sua casa tra le montagne della Corea del Sud. Tutto cambia quando la multinazionale Mirando Corporation prende Okja e lo porta a New York: la CEO Lucy Mirando (Tilda Swinton), ossessionata dall’apparenza e da se stessa, ha grandi progetti per il più caro amico di Mija. Senza un piano particolare, ma determinata come non mai, Mija si imbarca in una missione di salvataggio. Il suo viaggio diventa rapidamente più pericoloso quando incontra sulla sua strada un gruppo di manifestanti che vuole avere l’ultima parola sul destino di Okja, mentre tutto quello che Mija desidera è riportare il suo amico a casa.