Matteo Renzi vuole compiere l’impresa che a Silvio Berlusconi non riuscì: abolire il canone Rai. Quello di togliere la tassa più odiata dagli italiani pare sia un pensiero ricorrente del premier, che da settimane si sta consultando al riguardo con i suoi collaboratori. Ma come mettere mano alla vituperata gabella che garantisce preziosi introiti a Viale Mazzini? Pensa che ti ripensa, finalmente la soluzione potrebbe essere arrivata.
L’espediente lo si trova tra le righe del disegno di legge sulla “Nuova Rai” pubblicato dal governo in attesa del via libera del Ministro dell’Economia. Si tratta, in sostanza, di una cancellazione dei limiti di affollamento pubblicitario. La mossa – come annota La Stampa – è prevista alla lettera A dell’articolo 5 del ddl, in cui si decide l’abolizione degli articoli 17 e 20 della legge Gasparri. In tal modo, l’esecutivo archivierebbe il punto in cui la legge Mammì stabilisce che la trasmissione di messaggi pubblicitari da parte della concessionaria pubblica “non può eccedere il 4% dell’orario settimanale di programmazione ed il 12 per cento di ogni ora; un’eventuale eccedenza, comunque non superiore al 2 per cento nel corso di un’ora, deve essere recuperata nell’ora antecedente o successiva“.
Rimarrebbero solo i limiti previsti dal Tusmar, il testo unico dei servizi di media audiovisivi e radio, ma la via verso la deregolamentazione sarebbe comunque aperta. Secondo alcune stime, tale mossa garantirebbe solo a Rai1 mezzo miliardo di euro in più nell’incasso annuale. Risorse preziose per la tv pubblica, che il governo vorrebbe sfruttare per abolire (a abbassare sensibilmente) il canone. L’obiettivo di Renzi pare sia quello dell’inserimento nella fiscalità generale, anche per contrastare l’elevato tasso di evasione del canone Rai, ormai a quota 30% a livello nazionale.
Il premier starebbe valutando ogni strada percorribile in tal senso, per poi estrarre dal cilindro la soluzione più opportuna. Secondo indiscrezioni, le opzioni più accreditate a Palazzo Chigi sarebbero l’integrazione del canone con la bolletta della luce (che però potrebbe costare tra il 13 e il 15% in più) oppure una sua cancellazione ottenuta a seguito di un aumento degli introiti pubblicitari.
1. ellen ha scritto:
16 aprile 2015 alle 13:33