La Rai ci finisce sempre in mezzo. Soprattutto sotto elezioni, quando lo spettatore diventa votante. E quando occorre racimolare consensi. Stavolta a trascinare il servizio pubblico al centro dell’agone politico sono le indiscrezioni che arrivano dal Pd: secondo Repubblica, infatti, il segretario dei dem Matteo Renzi sarebbe sul punto di proporre nella prossima direzione del partito l’abolizione del canone di servizio della tv pubblica. Una eventuale mossa che il ministro dello Sviluppo Economico uscente, Carlo Calenda, ha subito bollato come una “presa in giro“.
A due mesi esatti dalla consultazione elettorale del 4 marzo prossimo, Renzi avrebbe pensato di giocarsi il jolly del canone Rai, una “brutta tassa” che il Pd potrebbe annunciare di voler cancellare. Che il partito ‘anti-populismi’ valuti l’idea – di per sé abbastanza populista – di abolire la gabella più invisa agli italiani è un po’ il colmo, ma in questo modo lo scossone sulla campagna elettorale sarebbe garantito. Il tema del canone Rai, del resto, è molto caro a Renzi, che durante la sua permanenza a Palazzo Chigi aveva ridotto l’importo della tassa, inserendola poi nella bolletta della luce.
Prima ancora di essere ufficializzata, tuttavia, l’ipotesi dell’abolizione ha suscitato critiche da parte del ministro dello Sviluppo Economico uscente, Carlo Calenda, che su Twitter ha espresso tutte le proprie perplessità su una eventuale manovra di questo tipo.
Spero che l’idea di abolire il canone RAI sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del @pdnetwork x campagna elettorale come riportato da @repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018
Calenda, che si è dichiarato favorevole alla privatizzazione del servizio pubblico, ha poi rincarato la dose, replicando alla difesa d’ufficio avanzata dal deputato Pd Michele Anzaldi (“Se tagliamo 1,5 mld spesa pubblica ed eliminiamo canone Rai i cittadini pagano meno“).
Nell’ordine: 1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo, 2) se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione RAI altrimenti è presa in giro. https://t.co/p4fzMy9U5B
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018
Intanto – scrive Repubblica – lunedì pomeriggio sarà convocata dal direttore generale Mario Orfeo una riunione ad hoc con tutto il CdA per discutere della questione. L’ipotesi di abolizione del canone, infatti, avrebbe già mandato in fibrillazione i vertici del servizio pubblico, che già in passato si erano lamentati per gli interventi governativi sull’imposta. Durante la governance dell’ex DG Campo Dall’Orto, il CdA Rai aveva infatti espresso preoccupazione per la riduzione del canone a 90 euro, parlando di “rilevanti criticità” e di necessità di ridurre gli investimenti.
1. Filippo ha scritto:
5 gennaio 2018 alle 15:17