Le interviste di DM



18
gennaio

ARIANNA CIAMPOLI A DM: CON TUTTA LA VITA DAVANTI TORNO A LA7 E RACCONTO IL PAESE REALE. INTANTO, HO FATTO PACE COL MIO CORPO

Arianna Ciampoli

Sorride, Arianna Ciampoli, mentre si prepara a raccontare al pubblico un’Italia diversa, che davanti alla crisi non si è arresa e che, anzi, ha trovato il modo di rialzarsi. Da sabato 19 gennaio, alle 14.00 la conduttrice approderà su La7 alla guida di Tutta la vita davanti, un talk show pomeridiano dedicato alle storie di tutte quelle persone che, attraverso il lavoro, sono riuscite a cambiare la loro vita. Il lavoro come riscatto, come occasione, ma anche come speranza, dunque. Per Arianna si tratterà di un ritorno a La7, visto che su quella emittente la bionda presentatrice mosse i suoi primi passi vent’anni fa…

Nel 1992 io ho iniziato a lavorare a Telemontecarlo e quindi per me sarà un po’ un ritorno. Provo un misto di sensazioni, compresa la paura che mi accompagna ad ogni debutto ed un po’ di tenerezza, perché ripenso a vent’anni fa quando, proprio lì, è cominciato tutto. Sono contenta di avere questa opportunità.

In che modo il programma affronterà il tema del lavoro, proprio oggi che la precarietà e la disoccupazione sono a livelli preoccupanti?

“Tutta la vita davanti” è un’espressione che si presta volutamente a diversi significati, anche a quello di superare le difficoltà del momento attuale. Quando ho letto tutte le sessanta storie che racconteremo mi sono stupita e mi sono resa conto che davvero nella vita c’è sempre un’opportunità da cogliere. Mi piacerebbe che passasse proprio questa sensazione che io stessa ho provato, sarebbe bellissimo. Ad accompagnarci nel viaggio ci saranno anche degli esodati, dei precari, dei laureati che non trovano lavoro: questa fetta di Paese sarà sempre presente e si farà sentire, a volte anche togliendo sapore positivo perché l’attualità è questa.

Come unirete la narrazione delle storie alla componente talk show?

Ci sarà un dibattito in studio, dove avremo un pubblico che interagirà e che scriverà la narrazione assieme a noi, magari facendo da contraltare rispetto alle storie di chi ce l’ha fatta. La nostra chiave di racconto non sarà lineare, ma articolata come lo è il mondo di oggi.

A proposito di percorsi lavorativi: la tua carriera di conduttrice quanto ha influito sulla tua vita?

Il mio lavoro mi ha portato a conoscere persone ed ascoltare tante storie, e questo mi ha arricchita. Mi ritengo una precaria di lusso, perché se ho un contratto da 25 puntate significa che lavoro per altrettanti giorni. Allo stesso tempo, però, sono gratificata e soddisfatta. Quando finisco un programma mi chiedo sempre se ne inizierò un altro, e questo non mi dà molta solidità. Il mio è un mestiere in cui si devono combinare vari elementi affinché tu possa esprimerti al meglio e che ti espone molto nella fisicità, nella gestualità, nella professionalità. Ciò, a volte, mi manda in crisi. Al riguardo, in alcuni periodi sono molto severa con me stessa e in altri sono più clemente.

Accennavi alla necessità lavorativa di metterti in gioco e di esporti al pubblico… Che rapporto hai con la tua fisicità?