D’accordo, la concorrenza è stata forte (ma c’è sempre stata), c’è l’effetto saturazione e persino il delitto di Avetrana che ha fatto preferire agli italiani la casa di Via Deledda a quella di Cinecittà. Ma nulla di tutto ciò è abbastanza per spiegare la mancanza di interesse attorno al Grande Fratello. Eppure l’edizione numero 11 non è stata avara di accadimenti.
Nell’arco di poche settimane, i concorrenti si sono accoppiati, hanno litigato, hanno suscitato commozione e fornito anche motivi per essere odiati; insomma tutto quello che c’è da fare in un reality l’hanno fatto. Cos’è allora che non va? Semplice: complessità computazionale. Ad inceppare il meccanismo ci sono troppi elementi che rendono tutto complesso: troppi concorrenti, troppe storie, troppa la durata e troppi persino i metri quadri della casa.
Così il risultato è quello di affaticare e disorientare il telespettatore e la stessa prima serata del programma focalizzata, ma mai sino in fondo, su più punti. Nel GF11 tutto è volatile e complesso. E se gli ascolti del prime time sono tutto sommato accettabili, quelli del daytime sono al limite del disastro. E non va meglio su La5 dove la riproposizione delle 13 è stata soppressa e quella delle 19, a giudicare dai dati di fascia, pare non brillare.
Discorso in parte diverso in prima serata, dove per una Gf night di successo c’è la replica domenicale dell’intera puntata che annaspa. D’altronde, considerata la serata difficile, i tanti giorni di differita e il poco appeal dell’edizione in corso, non ci si poteva aspettare altro. Per evitare l’evitabile, allora, scende in campo – sempre su La5- la Gialappa con la replica della puntata commentata live dal trio (in onda su Premium), che per ora rimane uno dei pochi motivi validi per cui guardare il GF11.
1. antonio1972 ha scritto:
2 dicembre 2010 alle 18:42